Come abbiamo già spiegato in diverse occasioni, il governo ha proposto un’importante modifica al superbonus 110% e, in particolare, all’istituto della cessione del credito d’imposta. Tale modifica si è resa necessaria per superare l’impasse che si è venuto a creare in questi giorni. Il problema è che le risorse stanziate per il superbonus 110% sono ormai terminate; come se non bastasse, gli istituti finanziari non possono più accettare tali crediti d’imposta, in quanto avrebbero già raggiunto la loro massima capienza fiscale.
La modifica che il governo vorrebbe introdurre, già con la conversione in legge del decreto Aiuti, riguarda la possibilità di ampliare la portata della cessione credito d’imposta. In breve, si vorrebbe dare la possibilità alle banche e alle società appartenenti a gruppi bancari di cedere i crediti d’imposta dei bonus edilizi ad altri soggetti con partita Iva. In particolare, la norma parla di correntisti che non siano qualificabili come consumatori o utenti.
Anche questa soluzione, ad ogni modo, non è priva di criticità. La sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Maria Cecilia Guerra, rispondendo ad una recente interrogazione del senatore De Bertoldi in commissione finanze del Senato, ha parlato delle possibili conseguenze di una tale scelta. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Superbonus 110%, le criticità alla proposta di cessione del credito estesa
Per la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Maria Cecilia Guerra, la cedibilità dei crediti a favore di terzi, compresi gli intermediari finanziari, porterebbe con sé alcune problematiche rilevanti, soprattutto per le casse dello stato.
In particolare, ha spiegato la sottosegretaria, un’applicazione maggiormente generalizzata dell’istituto della cessione del credito d’imposta inciderebbe in misura negativa sui saldi di bilancio.
Un secondo aspetto, se vogliamo ancor più rilevante, riguarda le frodi perpetrate proprio per mezzo della cessione del credito. La questione è stata più volte evidenziata delle competenti autorità di controllo.
La “cessione estesa”, come è ovvio, potrebbe amplificare questo fenomeno.