Il testo attuale prevede, tra le misure che interessano i bonus edilizi, la possibilità di optare per la ripartizione del superbonus in 10 anni (invece che le ordinarie 4 quote annuali) con riferimento alle spese sostenute nel 2023. Insomma, come già è avvenuto per le spese sostenute nel 2022.
Ricordiamo che il superbonus fu originariamente concepito come detrazione fiscale da ripartire in cinque quote annuali di pari importo. Ovvero in quattro per le spese sostenute dal 2022. Successivamente, solo con riferimento alle spese sostenute nel 2022 fu data la possibilità di optare per la ripartizione in 10 quote, invece che quattro.
Superbonus in 10 anni: cosa dice la manovra 2025
La manovra finanziaria del 2025, nel testo attuale, intende estendere questa possibilità di superbonus in 10 anni anche per le spese sostenute nel 2023. I contribuenti potranno (se tutto sarà confermato nel testo definitivo), infatti, scegliere di ripartire il superbonus in 10 anni, anziché nelle tradizionali quattro quote, riducendo così l’impatto fiscale e facilitando la gestione dei crediti d’imposta.
Questa novità si configura come un ulteriore passo verso una maggiore elasticità nella fruizione del bonus, offrendo ai beneficiari la possibilità di adeguare il piano di detrazione alle proprie esigenze.
È importante sottolineare che questa opzione non sarà automatica, ma dovrà essere espressamente indicata nella Dichiarazione dei redditi 2024, relativa all’anno d’imposta 2023 (Modello Redditi 2024 e 730/2024). Tuttavia, c’è un elemento critico che va considerato: molti contribuenti hanno già presentato la propria dichiarazione entro la scadenza naturale del 31 ottobre 2024 (ovvero è stata 30 settembre per il 730). E la manovra definitiva sarà licenziata ben oltre detto termine. Quindi, per poter optare per la ripartizione decennale, sarà necessario presentare una dichiarazione integrativa.
Serve dichiarazione integrativa
E’ la stessa legge di bilancio 2025, infatti, a prevedere che i contribuenti che desidereranno optare per la dilazione del superbonus in 10 anni, con riferimento alle spese del 2023, dovranno presentare una Dichiarazione 2024 integrativa.
Si tratta di un passaggio fondamentale, in quanto permette a chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi di rettificare la propria posizione fiscale. L’eventuale maggiore imposta potrà essere poi versata senza subire sanzioni o interessi. Questo rappresenta un’opportunità importante per chi desidera distribuire il carico fiscale su un arco temporale più lungo. Soprattutto in un contesto economico incerto, dove una gestione più dilazionata dei benefici fiscali può rivelarsi una strategia utile per mantenere la liquidità.
Superbonus in 10 anno spese 2023: cosa aspettare
Al momento, però, è necessario attendere che la legge di bilancio 2025 superi l’esame del Parlamento e sia pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Solo allora sarà possibile avere una conferma definitiva sulle modalità operative di questa nuova possibilità offerta ai contribuenti. Camera e Senato dovranno approvare il testo della manovra entro la fine dell’anno, ma l’impianto normativo sembra ormai consolidato.
Per chi ha intenzione di sfruttare questa opzione, è fondamentale rimanere aggiornati sugli sviluppi normativi e prepararsi per la presentazione della dichiarazione integrativa entro i termini previsti. Sebbene il termine per la dichiarazione integrativa sia generoso, è sempre consigliabile muoversi con anticipo per evitare ritardi o complicazioni che potrebbero sorgere nel processo di rettifica.
Riassumendo…
- La Legge di Bilancio 2025 introduce la ripartizione del superbonus in 10 anni anche per spese 2023.
- Il superbonus inizialmente prevedeva una ripartizione in 5 anni, ridotta a 4 per spese 2022.
- La nuova opzione decennale richiede una dichiarazione integrativa per chi ha già presentato quella del 2024 (anno d’imposta 2023).
- La dichiarazione integrativa deve essere presentata entro la scadenza della Dichiarazione dei redditi 2025.
- Non sono previste sanzioni o interessi per la presentazione della dichiarazione integrativa e l’eventuale maggiore imposta dovuta
- Si attende l’approvazione parlamentare per confermare definitivamente la misura in esame.
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