Il Senato ha recentemente approvato la legge di conversione del decreto Superbonus, DL n. 39/2024 (detto anche decreto Salva Conti), e ora si attende solo l’approvazione definitiva da parte della Camera per la sua entrata in vigore. Questo decreto porta con sé numerose novità per quanto riguarda il superbonus e altri bonus edilizi, molti dei quali sono stati introdotti attraverso un emendamento governativo approvato dalla Commissione Finanze del Senato.
Una delle principali novità riguarda la cessione del credito. Secondo le nuove disposizioni, i contribuenti che hanno già utilizzato le agevolazioni edilizie come detrazioni nella dichiarazione dei redditi non potranno più cedere le rate delle annualità residue non ancora fruite.
A questo proposito giunge in redazione un quesito.
“Salve, leggo da più parti che il legislatore ha deciso di bloccare la cessione credito anche per le rate residue di detrazione nell’ambito del superbonus. Sono a chiedere se questa novità vale anche per le spese sostenute nel 2023 o solo per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024”.
Decreto Salva Conti, le novità per il superbonus
Il nuovo articolo 4-bis del decreto, intitolato “Misure di razionalizzazione e coordinamento delle agevolazioni fiscali in edilizia”, introduce diverse misure significative:
- estensione delle detrazioni a 10 Anni – una delle misure più rilevanti è l’estensione del periodo di utilizzo delle detrazioni per il superbonus e altri bonus edilizi a 10 anni. La cosa interessa le spese sostenute dal 1° gennaio 2024. Questo dovrebbe consentire una maggiore flessibilità nella fruizione delle agevolazioni. La novità interessa quei bonus edilizi fruibili in un numero di quote inferiori a 10. Quindi, superbonus, sismabonus e bonus barriere 75%. Ricordiamo che, per le spese 2022 è stata prevista opzione per detrazione 10 anni dei bonus edilizi menzionati;
- divieto di compensazione dei crediti: a partire dall’entrata in vigore della legge, banche e intermediari finanziari non potranno compensare i crediti con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Questo divieto è pensato per garantire una maggiore trasparenza e correttezza nella gestione dei crediti fiscali;
- allungamento utilizzo crediti: per le banche e gli intermediari finanziari che hanno acquistato i crediti derivanti dalle detrazioni a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle detrazioni stesse, sarà possibile spalmare l’utilizzo dei crediti su un periodo di 6 anni, a partire dal 2025. Questa misura mira a facilitare la gestione dei crediti da parte degli istituti finanziari;
- divieto di cessione delle rate residue: la misura più discussa è il divieto di cessione delle rate residue per il superbonus e altre agevolazioni edilizie. Questo divieto si applicherà a tutti i contribuenti che hanno già usufruito delle agevolazioni in forma di detrazione nella dichiarazione dei redditi. In pratica, le singole rate annuali non ancora fruite non potranno più essere cedute, obbligando i contribuenti a utilizzarle esclusivamente come detrazioni IRPEF.
Superbonus: divieto cessione rate residue
Un aspetto controverso di queste nuove misure del decreto Salva Conti è il loro effetto retroattivo.
Con la nuova legge, la fruizione delle rate residue sarà possibile solo come detrazione IRPEF. Una disposizione che potrebbe risultare problematica per chi ha una limitata capienza fiscale. La novità non interessa solo il superbonus. Ma anche gli altri bonus edilizi (bonus ristrutturazione, ecobonus, sismabonus, ecc.).
La limitata capienza fiscale rappresenta, infatti, un ostacolo significativo per molti. Con il divieto di cedere le rate residue, coloro che non hanno un reddito sufficiente a compensare le detrazioni IRPEF potrebbero trovarsi in difficoltà, non potendo né cedere le rate e nemmeno goderne in dichiarazione a causa dell’incapienza.
Dunque, se tutto sarà confermato, la novità di divieto cessione rate residue interesserà anche le detrazioni già in corso. Ossia quelle legate anche a spese sostenute prima del 2024.