Perché le nuove regole sulla cessione del credito sono difficili da applicare

Alcuni osservatori hanno evidenziando una grande criticità che riguarda relativamente alle nuove disposizioni in materia di Superbonus 110%.
2 anni fa
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Bonus 110
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Il governo starebbe per approvare alcune modifiche normative al superbonus 110%.

Come già ribadito in diverse occasioni, i fondi stanziati per la misura sono ormai terminati da tempo e, come se non bastasse, gli istituti finanziari non possono più accettare i relativi crediti d’imposta, in quanto avrebbero già raggiunto la capienza fiscale massima.

La soluzione più immediata sarebbe quella del rifinanziamento della misura, ma il governo sembrerebbe aver definitivamente bocciato questa ipotesi. L’esecutivo, ad ogni modo, starebbe optando per un’altra soluzione, ossia quella di ampliare la portata del credito d’imposta, consentendo la cessione anche ad altri soggetti diversi dagli istituti finanziari.

Tale modifica dovrebbe trovare spazio già nella legge di conversione del Decreto Aiuti. Ad ogni modo, alcuni osservatori hanno evidenziando una grande criticità. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Superbonus 110%, il governo sta pensando alla possibilità di cedere il credito a tutte le partite iva

In questi giorni si è tenuta una riunione tra l’esecutivo e la maggioranza. Al centro della discussione ci sarebbe stata la possibile modifica al superbonus 110%.

In particolare, si vorrebbe allargare ai privati con partita iva la possibilità accettare tali crediti d’imposta.

In tal senso, sono numerose le modifiche normative (non ancora approvate) che il governo dovrebbe introdurre già con la conversione in legge del Decreto Aiuti.

Ad esempio, è stato inserito il nuovo comma 1-bis, con il quale è stata prevista la retroattività delle nuove disposizioni. In particolare, queste si potranno applicare anche alle cessioni o agli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Il problema, come è stato evidenziato dal sito “lavoripubblici.it”, è che il nuovo comma va in contrasto con le disposizioni di cui all’articolo 14, comma 1, lettera b), che prevede quanto segue:

“Le disposizioni di cui all’articolo 14, comma 1, lettera b), si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022”.

Si tratta di un contrasto normativo che si spera possa essere risolto prima della conversione in legge dello stesso dl Aiuti. La questione, infatti, potrebbe essere più complicata di quanto si pensi. Imprese e professionisti non potrebbero operare prima del relativo chiarimento.

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