La furbata dei supermercati Penny, con la scusa dell’ambiente rifilano ai clienti aumenti fino al 100%

I supermercati Penny hanno rifilato ai clienti aumenti dei prezzi fino a quasi il 100% per alcuni prodotti venduti col pretesto dell'ambiente.
1 anno fa
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Inflazione tedesca giù, mercati in festa
Inflazione tedesca giù, mercati in festa © Licenza Creative Commons

Promozione commerciale particolare in Germania. La catena dei supermercati Penny ha lanciato un’iniziativa che sembra destinata a far discutere per un periodo ben più duraturo rispetto alla stessa. Nei suoi 2.150 punti vendita tedeschi e per la settimana che va dal 31 luglio al 5 agosto, i prezzi di nove prodotti sullo scaffale saranno “aumentati”. Sì, avete capito bene. Non abbassati, il contrario. Saranno portati al livello corrispondente al loro “costo reale”, il quale terrà conto degli effetti sull’ambiente.

L’iniziativa nasce dalla ricerca condotta da esperti dell’Università di Norimberga e Greifswald.

Essi hanno tenuto conto, oltre ai costi di produzione, anche quelli provocati all’ambiente, cioè su suolo, clima, acqua, salute ed emissioni inquinanti. Il sovrapprezzo, stando alla dichiarazione della stessa catena, non sarebbe altro che una “compensazione ambientale” per fare capire ai clienti che i costi legati ai prodotti alimentari risultano essere ben superiori a quelli riflessi di norma dai prezzi di vendita.

Prezzi quasi raddoppiati con compensazione ambientale

Il ricavato derivante dalla vendita dei prodotti selezionati col sovrapprezzo sarà devoluto al progetto Zukunftsbauer del caseificio Berchtesgadener Land, il quale promuove un’agricoltura sostenibile. E così, una confezione di wurstel passa da 3,19 a 6,01 euro (+88,4%), la mozzarella da 0,89 a 1,55 euro (+74%), lo yogurt alla frutta da 1,19 a 1,56 euro (+31%) e, addirittura, il formaggio Maasdamer da 2,49 a 4,84 euro (+94%).

Secondo il direttore operativo dei supermercati Penny in Germania, Stefan Görges, il messaggio ai clienti è che i prezzi dei prodotti non riflettono in alcun modo l’impatto ambientale. L’iniziativa riguarda un paniere assai ristretto di prodotti per il semplice fatto che mancherebbe una base scientifica per determinare i costi reali per una pluralità di beni. Lo ha spiegato l’esperta dell’Università di Greifswald, Amelie Michalke.

Difesa ambiente a colpi di ecotasse

In tempi di “greenwashing”, Penny ha adottato un approccio che piacerà certamente ai clienti più sensibili alle tematiche ambientali.

Bisogna ammettere che serve anche coraggio ad alzare i prezzi in un periodo di alta inflazione. I consumatori sono già su tutte le furie per aumenti che considerano in molte occasioni ingiustificati e frutto di speculazione. Ma c’è un’altra faccia della medaglia a cui guardare. Questa iniziativa ha tutto il sapore di voler preparare il mercato verso un aumento dei prezzi tutt’altro che sperimentale e transitorio.

Penny ha dato il via a una politica che potrebbe diventare generalizzata e in un futuro non così lontano. L’ambiente da anni è la scusa perfetta che i governi europei stanno trovando per fare cassa. Servono tanti soldi per mantenere una popolazione sempre più vecchia e bisognosa di assistenza. Malgrado qualche guizzo, l’economia occidentale cammina lentamente. Ha già raggiunto un livello di maturazione tale da non poter generare più alti tassi di crescita. Le entrate fiscali non bastano mai a finanziare piani di spesa velleitari. Ed ecco che arriva in soccorso l’ambiente per accrescerle con l’imposizione delle “ecotasse”.

Penny sposa agenda green

Produrre generi alimentari e ogni altro tipo di beni e servizi impatta sull’ambiente? Troviamo il modo per far pagare al consumatore questa “esternalità negativa”. La domanda si regolerà di conseguenza e alla fine sarà più eco-compatibile. Se l’iniziativa dei supermercati Penny avrà successo, sarà verosimilmente ripetuta. E da operazioni spontanee e private a imposizioni legislative il passo sarebbe breve. Specie in una Germania al cui governo federale vi sono i Verdi, che stanno imponendo imperterriti un’agenda green, quali che siano i costi sociali e industriali patiti dall’economia.

La difesa dell’ambiente è il pretesto perfetto per riorientare consumi e produzioni domestiche. Essa passa in misura crescente attraverso il senso di colpa instillato nei consumatori. Dalla carne al latte, dal pesce alla frutta, tutto inquina, tutto impatta sull’ambiente e tutto necessita di una tassa per correggere i comportamenti dei consumatori.

Penny si è prestato ad un gioco politico senza averne (forse) piena consapevolezza. Vedrete che non finirà il 5 agosto.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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