Cina, svalutazione yuan un enorme rischio per l’economia mondiale

Il presidente Trump teme una maxi-svalutazione dello yuan e sarebbe forse per questo che da settimane si astiene dal minacciare la Cina di tacciarla di manipolazione del cambio?
8 anni fa
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Cina sta difendendo yuan

Per cercare di reagire a questo trend negativo, la People’s Bank of China sta cercando di difendere il cambio con la vendita di Treasuries, di cui non è più prima detentrice al mondo, superata dal Giappone. Dal picco di 1.320 miliardi posseduti nel 2013, adesso ne ha poco 1.050 miliardi e grosse cessioni sono state registrate nel novembre scorso per 66,4 miliardi. Risultato: in poco più di un anno, sono stati venduti titoli di stato USA per oltre 200 miliardi. Le autorità cinesi hanno anche imposto di recente controlli sui capitali, imponendo limitazioni agli acquisti di assets stranieri per 50.000 dollari all’anno su base individuale.

Già nell’agosto di due anni, era stato ordinato il blocco della cessione di grossi pacchetti azionari in capo agli investitori stranieri, tutto con il fine di arrestare o almeno minimizzare i deflussi. (Leggi anche: Debito USA, Cina non più primo creditore)

Che cosa sta accadendo? L’economia cinese sta rallentando, pur essendo cresciuta del 6,7% nel 2016, a ritmo quadruplo rispetto all’Eurozona. Ma grossa parte di questa crescita è dovuta a un eccesso di investimenti, oltre che di debiti privati. Da soli, i cinesi investono annualmente più di europei e americani messi insieme. Lungi dall’essere motivati da ragioni di redditività attesa, gli investimenti pubblici nascondono in molti casi sprechi immani e sono il frutto di una lotta tra enti locali per rendersi visibili agli occhi dello stato centrale, ingraziandosi la dirigenza politica comunista.

Economia cinese troppo indebitata

I nodi stanno arrivando al pettine: le banche sono sovraesposte, gli enti locali troppo indebitati, avendo necessitato di una ciambella di salvataggio da parte della PBoC, che ha varato un apposito QE per allungare i prestiti a rischio. L’offerta stessa appare spropositata in molti casi, come per l’acciaio, che continua ad essere caratterizzato da una produzione di gran lunga eccedente la domanda.

(Leggi anche: Cina, debito esplosivo minaccia economia mondiale)

In queste condizioni, lo yuan perde valore, perché gli investitori temono che i fondamentali dell’economia cinese siano peggiori di quelli che i dati ufficiali lasciano credere. Da qui, la fuga dei capitali e i tentativi di Pechino di addolcirla con misure anche drastiche. Paradossalmente, la Cina non sta svalutando lo yuan, ma tenta disperatamente di stabilizzarne il cambio, cosa che sa benissimo anche Trump, il quale non a caso ha attenuato la retorica contro Pechino.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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