Cina, svalutazione yuan un enorme rischio per l’economia mondiale

Il presidente Trump teme una maxi-svalutazione dello yuan e sarebbe forse per questo che da settimane si astiene dal minacciare la Cina di tacciarla di manipolazione del cambio?
8 anni fa
3 minuti di lettura

Trump teme maxi-svalutazione dello yuan

Problema risolto? No. Secondo Kyle Bass di Hayman Capital Management, una svalutazione dello yuan nell’ordine del 30% sarebbe inevitabile. Il punto è che se avvenisse in un solo colpo, da un lato arresterebbe i deflussi, dato che non ci sarebbe più ragione per temere ulteriori perdite di valore della moneta cinese, dall’altro manderebbe allo scatafascio i mercati finanziari di tutto il mondo.

Se Trump tacciasse la Cina di manipolazione del cambio, la PBoC non avrebbe più motivo per difendere lo yuan e lo lascerebbe fluttuare più ampiamente di quanto non faccia in questi mesi, ma con la conseguenza di svalutarlo di diversi punti, l’esatto contrario di quello che chiede il presidente americano.

Quest’ultimo si è reso conto, o forse lo ha sempre saputo, che la minaccia serve per dissuadere Pechino dall’ipotizzare una maxi-svalutazione, anche solo graduale, la quale renderebbe ancora meno competitive le merci delle economie avanzate.

Aldilà delle intenzioni dei cinesi, spazi ulteriori per la difesa del cambio potrebbero non esservene tanti. Dei 3.000 miliardi di dollari delle riserve, 1.000 sarebbero illiquidi, mentre altrettanti potrebbero servirne per salvare le banche locali. Ad occhio e croce, quando le riserve scenderanno intorno ai 2.500 miliardi, Pechino inizierà a svalutare lo yuan a piccole dosi giornaliere, l’unico modo che avrebbe per arrestare i deflussi. Da qui ad allora non dovrebbe passare molto tempo (un anno?) e dovremmo solo augurarci che non si tratti di una svalutazione a due cifre, perché avrebbe l’effetto di far schiantare i prezzi delle materie prime e di trascinare nuovamente le economie avanzate nella deflazione, oltre che in una possibile recessione, nel caso di disordini finanziari. (Leggi anche: Petrolio, quotazioni 2017 risentiranno del rischio Cina)

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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