Svizzera paradiso fiscale? Il referendum di domenica scorsa mette un po’ in dubbio questa immagine dello stato alpino. Il 79% di coloro che si sono recati alle urne ha votato a favore di una proposta di legge per imporre un’aliquota minima del 15% sui profitti delle grandi aziende. Insomma, le multinazionali pagheranno più tasse. Con il 59% è passata un’altra proposta, tesa a ridurre l’uso di combustibili fossili e tendere ad emissioni nette zero entro il 2050.
L’aumento delle tasse sulle multinazionali dovrebbe portare nelle casse confederali elvetiche 2,5 miliardi di franchi svizzeri in più ogni anno.
In cosa consiste di preciso la “minimum tax”? Ad oggi le multinazionali pagano pochissime tasse. Usano stratagemmi legali per eludere il fisco dei paesi in cui operano. Spostano la loro sede fiscale nei cosiddetti “paradisi”, spesso isole di minuscole dimensioni in cui non esistono neppure uffici veri e propri delle società. Attraverso operazioni infragruppo, riescono a spostare gran parte del fatturato in queste realtà, così da sottoporre minori profitti possibili negli altri stati alle aliquote medio-alte.
Tasse multinazionali al 15%, ecco come funziona accordo OCSE
Con l’accordo di due anni fa, le tasse sulle multinazionali aumentano ad un minimo del 15% dei profitti maturati in ciascuno stato. Vi rientrano tutte quelle società con un fatturato di almeno 750 milioni di euro all’anno per due dei precedenti quattro esercizi.
In Svizzera ci sono ben 2.000 multinazionali. Vi hanno sede per la semplice ragione che la tassazione elvetica è bassa e, nel complesso, la legislazione si mostra molto favorevole al mercato. Dunque, anche dopo il referendum di domenica scorsa il paese alpino non perderà la palma di “paradiso” per il mondo delle imprese. Continueranno ad esistere sufficienti ragioni per avervi sede. Così come l’Italia è e resta un “inferno” per chiunque voglia fare impresa. A parte la notevole burocrazia che ci contraddistingue e che comporta spesso perdite di tempo e denaro notevoli, l’aliquota media applicata ai profitti delle imprese è da noi del 27,9% per la CGIA di Mestre, sopra il 25,8% della Francia, il 25% della Spagna, ma sotto il 29,8% della Germania.