Questa settimana, il rendimento del T-bond a 10 anni negli Stati Uniti è risalito sopra il 4% per la prima volta dopo quasi quattro mesi. Ed è un segnale importante per il mercato obbligazionario, e non solo, del mondo intero. Nel frattempo, la scadenza a 2 anni offre il 4,90%. In poco più di un mese, cioè dall’ultimo board della Federal Reserve, il decennale è salito di oltre lo 0,60%. La tempistica non è casuale. Le aspettative d’inflazione sono tornate a “surriscaldarsi”, come segnala il cosiddetto “breakeven” a 5 anni.
Curva dei rendimenti invertita
Adesso, il mercato si aspetta che l’inflazione media annua negli Stati Uniti sarà del 2,65% nei prossimi 5 anni, nettamente sopra il target del 2% della FED. Tale “surriscaldamento” è stato trainato dai dati sull’inflazione negli ultimi mesi, in calo meno del previsto. A gennaio, il dato annuale è sceso al 6,4% dal 6,5% di dicembre, restando quasi invariato. Ciò ha spinto le aspettative sui tassi d’interesse. Adesso, sempre il mercato sconta un apice del 5,75% entro il mese di settembre. Un mese fa, le attese erano per un tasso massimo al 5%.
E la curva dei T-bond è sempre più invertita, mai così tanto sin dal 1981. In effetti, la scadenza a 10 anni offre circa lo 0,85% in meno della scadenza a 2 anni. In genere, dovrebbe accadere il contrario, ossia che scadenze più lunghe rendano di più. Quando la curva s’inverte, sconta probabilmente o una recessione economica in arrivo o un taglio dei tassi futuro, non necessariamente a seguito di una crisi.
T-bond scontano inflazione e tassi su
Mettendo assieme questi dati, otteniamo il seguente quadro. Le aspettative d’inflazione tornano a salire, perché il mercato si aspetta che la crescita dei prezzi al consumo rimanga alta nel breve periodo. Ciò spingerà le banche centrali ad alzare i tassi d’interesse più di quanto previsto fino a qualche mese fa.
Un T-bond a 10 anni sopra il 4% segnala importanti opportunità d’investimento a basso rischio. In termini reali, il rendimento si rivelerebbe nettamente positivo. Per un investitore non americano, tuttavia, c’è da tenere presente il rischio di cambio. Esso è insito proprio nei più alti rendimenti offerti dai T-bond rispetto alle obbligazioni di stato sugli altri mercati avanzati. Ad esempio, il Bund a 10 anni in Germania rende circa l’1,25-1,30% in meno. In teoria, gli investitori prevedrebbero un rafforzamento del cambio euro-dollaro di tale ritmo medio all’anno per il prossimo decennio. Ma dopo un indebolimento durato per quattro mesi, il biglietto verde è tornato ad apprezzarsi contro le principali valute mondiali, moneta unica compresa.