Tagli alla spesa pubblica e/o più tasse, il futuro degli Stati Uniti sembra segnato

Gli Stati Uniti si avviano a un futuro con tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse. I numeri non sembrano lasciare scampo.
5 mesi fa
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Trump o Biden, tagli alla spesa e aumento delle tasse
Trump o Biden, tagli alla spesa e aumento delle tasse © Licenza Creative Commons

Chi vincerà le elezioni presidenziali negli Stati Uniti il prossimo 5 novembre? Joe Biden punta al secondo mandato contro tutti i pronostici, mentre Donald Trump vuole vendicare la sconfitta di quattro anni fa. Chiunque presterà giuramento il 20 gennaio dell’anno prossimo, avrà davanti a sé un quadro terrificante dei conti pubblici. Che si tratti di tagli alla spesa federale o di aumento delle tasse, il futuro degli Stati Uniti non sembra poter sfuggire a lungo alla matematica e alle leggi dell’economia.

Debito esplode negli Stati Uniti

Secondo il Congressional Budget Office, il deficit di bilancio quest’anno salirà al record di 1.915 miliardi di dollari, al 6,7% del Pil. Entro dieci anni, il debito salirà a 50.700 miliardi, attestandosi al 122% del Pil. In termini percentuali sarebbe un dato quasi invariato rispetto ai livelli attuali, ma ci sono alcune incognite alle quali prestare attenzione. Ad esempio, a maggio di quest’anno la spesa per interessi è stata proiettata a 728 miliardi su base annua, incidendo per il 16% della spesa federale. Un dollaro su sei a zio Sam serve solamente per pagare i debiti accumulati.

E gli interessi medi sfiorano adesso il 3% (2,97%) contro il 2,49% del 2019, prima della pandemia. Bisogna considerare che il cosiddetto tasso implicito aumenterà anche nei prossimi mesi e anni, man mano che il debito in scadenza sarà rinnovato ai più alti rendimenti di questa fase. E con la Federal Reserve che avvierà presumibilmente il taglio dei tassi verso la fine dell’anno, le prospettive non sembrano esaltanti per chiunque sarà alla Casa Bianca dopo il voto.

Pasti gratis da troppi anni

Il problema degli americani è lo stesso da diversi decenni a questa parte: i repubblicani spingono per tagliare le tasse, i democratici per aumentare le spese. Nessuna delle due parti intende coprire il costo delle proprie politiche da un punto di vista fiscale.

Ogni operazione è effettuata in deficit e il debito sale. Insomma, finora pasti gratis per tutti. Letteralmente. L’anno scorso, la spesa pubblica è stata del 34,4% rispetto al Pil, le entrate del 28,1%. Limitandoci al governo federale, rispettivamente il 23% contro il 16% del Pil.

E il guaio è che tutto questo stia avvenendo in un contesto di crescita dell’economia, non di recessione. Cosa accadrà quando prima o poi il Pil negli Stati Uniti varierà con il segno meno? Altro aspetto preoccupante sta nel fatto che tutto questo debito non ha sortito grossi effetti benefici per la prima economia mondiale. Nel quadriennio 2020-2023 il debito è esploso di 10.450 miliardi (+46%), mentre il Pil di soli 5.840 miliardi (+27,1%). Sono serviti 1,79 dollari di debiti per 1 dollaro di Pil. E se non fosse stato per l’alta inflazione di questi anni (deflatore del Pil al 4,2% medio), il rapporto tra debito e Pil sarebbe esploso ben oltre i livelli attuali. La crescita reale nel periodo considerato è stata del 2,2% medio all’anno.

Tagli spesa e/o aumento tasse nel futuro Usa

Tirando le somme, senza tagli alla spesa non sarà possibile per il tycoon confermare i tagli alle tasse promessi. E Biden non potrà permettersi di fare spandi e spendi senza coperture. Da ultimo ha cancellato i debiti agli studenti universitari per centinaia di miliardi, alimentando la narrazione di una superpotenza che vive ben sopra le proprie possibilità. Con l’Arabia Saudita che non ha rinnovato l’accordo sui petrodollari e mezzo mondo che cerca l’occasione per liberarsi del dollaro come valuta di riferimento per gli scambi commerciali e finanziari, c’è poco da fare gli spavaldi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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