Assumere costerà meno. L’abbattimento del costo del cuneo fiscale, uno dei pilastri della manovra di bilancio per il 2020, servirà anche ai datori di lavoro per rendere meno onerosa l’assunzione di dei dipendenti che oggi costa, fra tasse e contributi e balzelli vari, il 47% in più della retribuzione media. Quindi, il taglio delle tasse sul lavoro servirà, non solo per rendere più pesante la busta paga a chi lavora, ma anche per agevolare chi assume manodopera.
Il taglio del cuneo fiscale in discussione in Parlamento vale circa 2,7 miliardi di euro per il 2020 e altrettanti per l’anno successivo.
Più soldi in busta paga con taglio cuneo fiscale
Con il taglio del cuneo fiscale, dunque, gli italiani avranno più soldi in busta paga. “Partiamo con 500 euro in più all’anno nel 2020 – dice il leader del PD Nicola Zingaretti – e l’impegno è arrivare a mille euro nel 2021. Abbiamo rispettato i patti e l’inversione di tendenza c’è, si vede. Questo è un bellissimo passo avanti”. Gli aspetti tecnici sono ancora tutti da definire al Mef, a partire dal reperimento delle risorse a copertura della spesa preventivata. A tal fine si sta studiando il modo di utilizzare anche gli 80 euro del bonus Renzi, che interessa appunto coloro che percepiscono redditi da lavoro inferiori a 26.000 euro all’anno, da includere sottoforma di detrazioni per lavoro dipendente.
Taglio cuneo fiscale: solo 230 euro nel 2020
Il taglio del cuneo fiscale, come previsto in manovra di bilancio, non partirà però prima della metà del 2020. Questo perché il reperimento delle risorse necessarie richiederà tempo e dal punto di vista tecnico servono mesi prima di portare a regime la riforma che appare ancora farraginosa.
I vantaggi per i datori di lavoro
Indipendentemente da quanto percepirà in più al netto in busta paga un lavoratore, i vantaggi del taglio del cuneo fiscale si potranno apprezzare anche per chi assume. La pressione fiscale a carico dei datori di lavoro tenderà a scendere e quindi anche il ricorso a contratti di lavoro stabile dovrebbe aumentare. Oggi con un cuneo fiscale del 47%, dato dal totale dei contributi e delle imposte che gravano sulle retribuzioni e incidono, quindi, sul costo del lavoro, diventa estremamente oneroso assumere un dipendente. Per cui, qualsiasi diminuzione del cuneo va a vantaggio della competitività delle imprese e avvantaggia le assunzioni di personale. Questo anche se inizialmente lo stanziamento delle risorse risulta inferiore alle previsioni di spesa, ma una volta a regime nel 2021, il taglio del cuneo fiscale dovrebbe portare a vantaggi concreti sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Interessati sono, infatti, circa 650 mila aziende piccole e medie, così come 11,7 milioni di lavoratori il cui reddito da lavoro non supera i 26.000 euro all’anno.