Per l’anno 2024 la riforma fiscale ha previsto un taglio alle detrazioni Irpef di 260 euro. Il Governo da qualche parte ha dovuto trovare i fondi da stanziare per l’accorpamento dei primi due scaglioni reddituali Irpef e delle relative aliquote di tassazione. Il nuovo taglio si aggiunge agli ulteriori paletti già in essere dal 2020. Facciamo riferimento all’obbligo di pagamento tracciabile e al taglio delle detrazioni per i redditi superiori a 120.000 euro.
Da qui, in alcuni casi, può risultare complicato districarsi tra le varie norme per capire effettivamente rispetto ad una determinata spesa a quanto ammonta l’effettiva detrazione.
Il taglio alle detrazioni Irpef nella riforma fiscale
Partiamo dal nuovo taglio di 260 euro inserito nel D.lgs 216/2023.
Solo per il periodo d’imposta 2024, per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, è prevista una riduzione di un importo pari a 260 euro dell’ammontare della detrazione dall’imposta lorda spettante per l’anno 2024.
L’abbattimento di 260 euro opera rispetto:
- agli oneri per i quali la detrazione delle spese sostenute è fissata nella misura del 19 per cento dal TUIR o da qualsiasi altra disposizione fiscale;
- alle erogazioni liberali in favore dei partiti politici di cui all’articolo 11 del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 1310;
- ai premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi di cui all’articolo 119, comma 4, quinto periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
E’ sempre garantita la piena detrazione delle spese sanitarie (detrazione al 19%) indipendentemente dal reddito annuo conseguito.
Si ponga attenzione al fatto che il limite reddituale di 50.000 euro deve essere verificato al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze.
Taglio di 260 euro sulle detrazioni Irpef. Un esempio pratico
Il taglio di 260 euro opera per i titolati di redditi superiori a 50.000 euro. Coloro i quali invece hanno un reddito superiore a 120.000 euro devono considerare anche un ulteriore taglio. Già in essere dal 2020.
In particolare, le detrazioni del 19% di cui all’art. 15 del DPR 917/86, TUIR:
- spettano per intero ai titolari di reddito complessivo fino a euro 120.000;
- in caso di superamento del predetto limite, la detrazione decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a euro 240.000 (art. 15, comma 3-bis, del TUIR).
Dunque abbiamo, un obbligo di pagamento tracciabile e una doppia franchigia.
Sono interessate da tale ulteriore taglio le spese di: intermediazione immobiliare, veterinarie, per servizi di interpretariato dei soggetti riconosciuti sordi, funebri, di istruzione non universitaria, di istruzione universitaria, per minori o maggiorenni con DSA, ecc.
Al contrario, indipendentemente dal reddito, la detrazione è piena per le spese sostenute per gli interessi passivi per mutui e per le spese sanitarie.
Detto ciò, ipotizziamo che un contribuente abbia pagato ad inizio 2024 spese di istruzione scolastica pari a 800 euro. Il suo reddito complessivo ammonta a 140.000 euro.
In primis, come da circolare 2 sula riforma fiscale, dobbiamo verificare quale sia la percentuale di detrazione effettivamente spettante. Ci serviremo di questa formula:
100 x (240.000-reddito)/120.000. Otteniamo una percentuale pari all’83,33%. La detrazione piena sarebbe pari a 152 euro (800*19%). In applicazione della percentuale dell’83,33%, la detrazione spettante è pari a 126,66 euro (127 euro, arrotondato). Tuttavia, con il nuovo taglio di 260 euro (da sottrarre a 126,66), la detrazione si azzerà. Dunque il beneficio fiscale in dichiarazione dei redditi sarà nullo.
Riassumendo…
- La riforma fiscale interviene in materia di detrazioni Irpef;
- viene previsto un taglio di 260 euro per i titolati di redditi superiori a 50.000 euro;
- Il nuovo taglio si aggiunge agli ulteriori paletti già in essere dal 2020.