Il governo Draghi ha stanziato 12 miliardi di euro per la riduzione del carico fiscale, anche se sarà il Parlamento a fissarne le modalità. Ma sembra ormai certo che il taglio dell’IRPEF ci sarà, sebbene riguarderebbe solo alcuni contribuenti, quelli appartenenti al famoso ceto medio così tanto penalizzato negli ultimi decenni. Probabili ritocchi anche all’IRAP, con l’imposta che sarebbe accorpata all’IRES. Non la pagherebbero più le società di persone fisiche.
Concentrandoci sul taglio dell’IRPEF, nel 2022 ci aspetta una busta paga più pesante.
Simulazione busta paga con taglio IRPEF
Se guadagno 30.000 euro all’anno, quanto sarà più alta la mia busta paga dal 2022? Dipende chiaramente da quanto sarà il taglio dell’IRPEF. Se tutti i 12 miliardi saranno destinati a questa voce, l’aliquota scenderebbe al 34%. A nostro avviso, tuttavia, più probabile che si scelga un compromesso tra le forze politiche per arrivare a un abbassamento di 2 punti al 36%. Il resto andrebbe a ridurre l’IRAP.
Con un’aliquota al 36%, un contribuente che dichiari 30.000 euro, pagherebbe dall’anno prossimo 40 euro in meno, cioè -10 euro per ogni +1.000 euro di reddito sopra i 28.000. Il beneficio mensile ammonterebbe ad appena 3,33 euro. Insomma, sarebbe impercettibile. Con un reddito di 40.000 euro, invece, il beneficio salirebbe a 240 euro all’anno, cioè a 20 euro al mese. La busta paga inizierebbe a farsi più pesante davvero. Infine, con un reddito di 55.000 euro, il contribuente pagherebbe 540 euro di IRPEF in meno, -45 euro al mese. Sopra i 55.000 euro, il beneficio smetterà di crescere, essendo questa la soglia di reddito massima rientrante nel terzo scaglione.
E con un taglio dell’IRPEF del 4%? A 30.000 euro, il contribuente pagherebbe 80 euro in meno per un risparmio di 6,67 euro al mese. A 40.000 euro, il risparmio raddoppierebbe a 480 euro, cioè a 40 euro al mese. Infine, a 55.000 euro sarebbe di ben 1.080 euro, pari a 90 euro al mese. Possiamo anche ammettere che per la stragrande maggioranza dei contribuenti cambierà poco, dato che oltre una certa soglia di reddito, le dichiarazioni tendono a diminuire repentinamente. Ad ogni modo, è la prima volta da decenni che il governo segnala un minimo di attenzione per il ceto medio. E’ solo un inizio, con la speranza che seguano altri fatti negli anni futuri.