Il taglio sul reddito di cittadinanza fino a 300 euro quando scatta? Dopo il primo oppure dopo il secondo rifiuto di un’offerta di lavoro? La domanda è d’obbligo in quanto, peraltro in linea con le attese, sul sussidio sono state apportate delle importanti modifiche. Inserite nella manovra finanziaria del Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Così come riportato in questo articolo.
Nel dettaglio, sul taglio sul reddito di cittadinanza c’è da dire, prima di tutto, che rispetto ai contenuti della manovra per il sussidio potrebbero esserci a breve dei ritocchi.
Sul taglio sul reddito di cittadinanza, infatti, ci sono pressioni da parte dell’M5S che potrebbe presentare degli emendamenti correttivi. Per esempio, facendo scattare la riduzione dell’importo riconosciuto non dopo il primo. Ma proprio al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro. E comunque fissando al riguardo dei paletti.
Per esempio, introducendo il parametro rappresentato dalla distanza chilometrica dell’offerta di lavoro rispetto al proprio comune di residenza. Ed il tutto sebbene si parli pure della decadenza dell’RdC proprio dopo il rifiuto di due offerte occupazionali.
Taglio sul reddito di cittadinanza fino a 300 euro: scatta dopo il primo o il secondo rifiuto di lavoro?
Quindi, il taglio sul reddito di cittadinanza potrebbe essere schivato, comunque, nel caso di non congruità delle offerte di lavoro rifiutate. In più, dopo 6 mesi, per il sussidio dovrebbe scattare un’altra tagliola. Sempre al netto di eventuali modifiche in Parlamento.
Precisamente, il taglio sul reddito di cittadinanza di 5 euro al mese dopo le prime sei mensilità pagate. Un taglio del sussidio che scatterebbe in automatico a carico dei percettori occupabili che, nel frattempo, non hanno trovato un lavoro.
Riduzione del sussidio dal 2022 per i percettori, ma ci sono più soldi
Paradossalmente, inoltre, dal 2022 ci sarà il taglio sul reddito di cittadinanza.