La Banca Centrale Europea (BCE), al termine della riunione del board, ha annunciato un sesto taglio dei tassi di interesse e sempre per lo 0,25%. Il tasso sui depositi bancari scende al 2,50%, sui rifinanziamenti principali al 2,65% e sui prestiti marginali al 2,90%. La decisione era considerata scontata, alla luce del calo dell’inflazione di febbraio nell’Eurozona al 2,4% e alle prospettive di crescita stagnanti di questa fase. Il governatore Christine Lagarde darà avvio alla conferenza stampa dalle ore 14.45. Per l’occasione verificheremo la posizione dell’istituto riguardo ai prossimi tagli dei tassi, tutt’altro che certi nell’entità e nei tempi.
Non solo taglio dei tassi, la BCE ha fornito le nuove previsioni sull’inflazione e la crescita dell’Eurozona per il triennio 2025-2027.
Le prime sono state riviste al rialzo e le seconde al ribasso rispetto al dicembre scorso (tra parentesi le previsioni passate).
- inflazione 2025 – 2026 – 2027: 2,3% (2,1%) – 1,9% (1,9%) – 2% (2,1%)
- inflazione core 2025 – 2026 – 2027: 2,2% (2,3%) – 2% (1,9%) – 1,9% (1,9%)
- Pil 2025 – 2026 – 2027: +0,9% (+1,1%) – 1,2% (+1,4%) – 1,3% (+1,1%)
Nel dettaglio, l’istituto spiega che l’inflazione stia rimanendo più alta delle precedenti previsioni e più a lungo, a causa della risalita dei prezzi dell’energia. Deboli le esportazioni e gli investimenti, a causa delle incerte politiche commerciali globali. Viceversa, la tendenza degli stipendi a crescere sta rallentando, mentre il loro recupero in termini reali sta sostenendo la crescita economica. Nel complesso, la politica monetaria viene adesso considerata “significativamente meno restrittiva”. Nessun voto contrario al board di oggi sul taglio dei tassi BCE, ma una sola astensione da parte del governatore austriaco Robert Holzmann.