Il taglio dei tassi in Turchia ieri ha provocato un’esplosione dei rendimenti per i bond

I rendimenti dei bond in Turchia sono letteralmente esplosi nella seduta di ieri dopo l'annuncio del secondo taglio dei tassi in un mese.
3 ore fa
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Forte rialzo dei rendimenti in Turchia ieri
Forte rialzo dei rendimenti in Turchia ieri © Licenza Creative Commons

La Banca Centrale Turca ha annunciato ieri il secondo taglio dei tassi in un mese esatto. Il costo del denaro è sceso di un altro 2,50% al 45%. Era al 50% fino ad un mese fa. Ma i rendimenti in Turchia non hanno reagito di conseguenza. Al contrario, alla notizia hanno registrato un forte rialzo lungo la curva delle scadenze. Ad esempio, il bond sovrano a 2 anni è esploso dal 35,49% al 38,69%, offrendo praticamente il 3,30% in più. Sul tratto a 10 anni si è passati dal 25,80% al 27,44% (+1,64%).

Tassi in calo, ma inflazione ancora alta

Eppure non è stata una sorpresa.

Gli analisti si aspettavano questo nuovo taglio. L’inflazione di dicembre è scesa al 44,38% dall’apice del 75% toccato nel maggio dello scorso anno. Su base mensile i prezzi al consumo risultano aumentati dell’1% contro l’apice del 9,49% del luglio 2023. Seguendo questa tendenza, l’inflazione annuale sarebbe in prospettiva nell’ordine del 13% contro quasi il 200% di un anno e mezzo fa.

Strano, tuttavia, che i rendimenti in Turchia siano lievitati particolarmente sul tratto breve della curva, quello più direttamente controllato dalla politica monetaria. Un brutto segnale per il governatore Fatih Karahan, in quanto sembra che il mercato non creda alla possibilità che egli possa continuare a tagliare i tassi. Ma la reazione potrebbe essere dipesa dal tenore del comunicato, in cui la banca centrale ha evidenziato che la politica monetaria resterà restrittiva fino a quando la stabilità dei prezzi non sarà stata raggiunta “attraverso un calo sostenuto dell’inflazione”.

Bond turchi rischiosi

E le previsioni a medio termine non sono molto rassicuranti. Entro fine anno ci sarebbe un abbassamento al 21% per l’istituto. In ogni caso, un livello lontanissimo dal target del 5%. I rendimenti in Turchia sono risaliti ai massimi da fine gennaio, pur restando inferiori ai livelli precedenti al primo taglio di un mese fa. Il decennale offre ancora quasi 4 punti percentuali in meno, mentre il titolo a 2 anni resta sotto per meno dell’1%.

Ricordiamo che i bond turchi hanno rating “non investment grade”: BB- per S&P e Fitch, B1 per Moody’s. Il principale rischio per gli obbligazionisti stranieri riguarda il cambio. La lira turca tende a perdere valore contro le altre divise mondiali. Sebbene la situazione vada stabilizzandosi, nell’ultimo anno ha segnato -11% contro l’euro. E c’è da dire che l’istituto cerca di rallentarne la caduta, anche se così facendo rischia di rendere sempre meno competitiva l’economia domestica. In termini reali, infatti, è come se la lira si fosse rafforzata nell’ultimo anno, cosa che sappiamo contrastare con i fondamentali macro.

Alti rendimenti in Turchia opportunità di ingresso sul mercato

Il rialzo dei rendimenti in Turchia può costituire un’opportunità per investire sul mercato sovrano emergente. Se l’inflazione nei prossimi mesi continuasse a scendere e così anche i tassi senza per questo minacciare la stabilità del cambio, i bond si apprezzerebbero. Tra alti rendimenti iniziali, risalita dei prezzi e possibili perdite contenute contro l’euro, ci sarebbero margini per portare a casa guadagni. Ma i rischi sono elevati e l’operazione mal si addice ai piccoli investitori individuali.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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