Tari in bolletta come fatto per il canone Rai. Passa (anche) per questa proposta, l’impegno del governo a contrastare l’evasione della tassa sui rifiuti. La possibilità di inserire il prelievo Tari direttamente nella bolletta della luce non riguarderebbe tutte le amministrazioni locali ma i Comuni in situazioni di dissesto o a rischio dissesto e che hanno deliberato un piano di riequilibrio finanziario. E’ il caso, ad esempio, di Terni che lo scorso anno, secondo le fonti interne da Palazzo Spada, per la seconda rata Tari ha incassato solo un milione rispetto ai dodici previsti.
La novità, già oggetto di critiche e polemiche, sarebbe contenuta in un emendamento a firma della Lega che dovrà essere discusso in Commissione Bilancio al Senato.
Inserendo la Tari nella bolletta elettrica, si distribuirebbe dell’imposta il pagamento in sei mesi (corrispondenti appunto alle bollette luce che hanno cadenza bimestrale). Non più quindi acconto e saldo Tari in due rate l’anno ma la tassa dei rifiuti da pagare a rate ogni due mesi.
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Incentivi aziende per la raccolta differenziata
Sempre in tema rifiuti, e più esattamente nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale delle aziende che producono plastica, segnaliamo un emendamento sulla manovra depositato dalla Lega in commissione Bilancio al Senato che propone di inserire un credito d’imposta pari al 36% per i produttori che, volontariamente e in via sperimentale dal 1 gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2023:
– optano per modelli di raccolta differenziata e di riciclo di stoviglie in plastica da fonte fossile con percentuali crescenti di reintroduzione delle materie prime seconde all’interno del ciclo di produzione;
– producono, utilizzano e avviano a compostaggio stoviglie fabbricate con biopolimeri di origine vegetale;
– impiegano entro il 31 dicembre 2023 biopolimeri, con particolare riferimento alle fonti di approvvigionamento nazionale, in volume massivo e in alternativa alle plastiche di fonte fossile per la produzione di stoviglie monouso.