Si chiama pesce d’aprile, la tradizione di fare scherzi e, in epoca digitale, diffondere bufale su internet: quest’anno non solo pesci ma notizie che coinvolgono tutti gli animali domestici. Si è tornato ieri a parlare prepotentemente della tassa sugli animali: il sito meteoweb ha diffuso la notizia ma anche altri portali, abboccando al pesce d’aprile, hanno poi condiviso la notizia. E la proposta della tassa sugli animali ha, come di consueto, sollevato le critiche degli amanti di cani che si sono apprestati a condividere la notizia sui social tanto che in un solo giorno il link ha ottenuto quasi 70 condivisioni su Facebook.
La bufala della tassa sugli animali 2017: a volte ritornano
Perché la notizia della tassa sugli animali è così credibile? Prima di tutto perché in passato ci sono stati tentativi di legge simili. Va poi detto che in questo caso la notizia è stata riportata con molti particolari: dai parametri del calcolo della tassa su cani e gatti (in base al peso e alla razza) alle reazioni dell’opposizione nella quali però, leggendo attentatemente, non si può non scorgere una provocatoria ironia (la campagna vaffancane lanciata da Grillo, l’esclusione dalla tassa dei gatti perché “coprendo i loro escrementi con la terra inquinano meno”, la manifestazione di Salvini per applicare la tassa solo ai cani di razze straniere etc).
Tassare i cani per pagare i profughi: pesce d’aprile 2017?
Idea simile alla redazione di meteoweb deve aver avuto qualche abitante di Gambassi Terme che ha appeso alla porta del Comune un volantino per annunciare l’applicazione di una tassa su cani e gatti per finanziare l’accoglienza dei profughi. A smentire la notizia è intervenuto il sindaco Paolo Campinoti, che, con un post ha ringraziato gli autori dello scherzo spiegando che questi scherzi d’aprile “sono sferzanti, politicamente non corretti e divertenti come possono essere gli scherzi.
Queste invece non sono bufale:
I proprietari di cani pagheranno una Tari maggiorata?