Approvata a Venezia la tassa di sbarco per i turisti che non si fermano in hotel a dormire. Uno dei limiti della tassa di soggiorno infatti, è proprio quella di essere applicata solo ai turisti in hotel. Non paga chi visita la città in giornata e neppure chi dorme in strutture abusive o case private. Come ha spiegato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, “le nostre città sono musei: come accade nei musei, è giusto pagare il biglietto d’ingresso”. Finora, spiega dunque Bocca, siamo “stati contrari alla tassa di soggiorno per come era stata impostata perché gravava soltanto su coloro che soggiornano negli alberghi.
Già si è detto favorevole all’applicazione di questa tassa anche il Dario Nardella, che in un’intervista ha spiegato: “sono d’accordo sul ticket di ingresso. Serve a bilanciare i costi per la comunità, considerando che il funzionamento delle città d’arte è tutto sulle spalle dei contribuenti”. Tuttavia “servirebbe una legge nazionale, uguale per tutte le città d’arte. Non è sensato avere norme ad hoc. Venezia e Roma le hanno, mentre le altre hanno solo un’imposta di soggiorno limitata a 5 euro. Firenze e le altre città turistiche non sono da meno. Nelle prossime settimane all’Anci discuteremo di come si possa utilizzare una misura omogenea per tutte”.
Una formula che piace anche in zona Cinque Terre: Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore, ha spiegato che servono fondi per conservare il territorio.
La normativa prevede che l’importo massimo, consentito per entrambi i contributi (di sbarco e di soggiorno) possa essere di 10 euro. Per il momento a Venezia andrà dai 2,5 ai 5 euro.
Tassa di soggiorno in Italia: ecco le città in cui si paga e quanto costa