Tassa di successione, ecco cosa pagano gli eredi e cosa potrebbe cambiare nel 2025

Dichiarazione di successione, tasse e imposte da versare e come incide l'ipotesi di aumento delle rendite catastali dopo lavori edilizi e bonus.
2 mesi fa
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Tassa di successione, ecco cosa pagano gli eredi e cosa potrebbe cambiare nel 2025
Foto © Investireoggi

Da anni si parla della patrimoniale, una tassa che preoccupa molti italiani, poiché riguarda la tassazione dei patrimoni, con la casa in prima linea. Nonostante se ne discuta da tempo, nessuna patrimoniale è stata introdotta negli ultimi anni, e non sembra verrà introdotta a breve, nonostante alcune recenti dichiarazioni. L’origine di questa preoccupazione risiede nelle parole di Giancarlo Giorgetti durante l’audizione sul Piano Strutturale di Bilancio, in cui ha menzionato l’aumento delle rendite catastali delle case. Questo aumento, già previsto dalla precedente legge di Bilancio, ha suscitato timori tra chi teme che possano aumentare anche altre tasse, come quelle di successione.

Un nostro lettore ci ha posto una domanda riguardo a questo tema:

“Salve, sono un vedovo che deve fare la dichiarazione di successione di mia moglie. Gli eredi siamo io e mia figlia. La successione riguarda un conto corrente postale con circa 2.000 euro e una casa di mia moglie, ricevuta in donazione prima del matrimonio e quindi non inclusa nella comunione dei beni. Mia figlia vive a Londra e tornerà per le festività natalizie. Vorrei aspettare lei per procedere con la dichiarazione di successione, ma sento dire che le rendite catastali aumenteranno. Se così fosse, rischio di pagare più tasse sulla successione? Devo anticipare la procedura?”

Tassa di successione: cosa pagano gli eredi e cosa potrebbe cambiare nel 2025

Una delle principali questioni che preoccupano molti italiani riguarda l’aumento delle rendite catastali delle case, che potrebbe comportare un aumento delle tasse, tra cui quelle di successione. Tuttavia, è importante chiarire che l’aumento delle rendite catastali non riguarda tutte le case, ma solo alcune, in particolare quelle che hanno beneficiato del Superbonus per interventi di riqualificazione energetica o ristrutturazione.

Il Superbonus, introdotto dai governi precedenti e criticato dall’attuale governo Meloni, è stato un provvedimento che ha permesso a molti proprietari di case di ristrutturarle a spese dello Stato.

Secondo il governo, questo ha favorito soprattutto chi aveva maggiore disponibilità economica e possedeva più immobili. Di conseguenza, si discute dell’aumento delle rendite catastali per le case ristrutturate con questi bonus, poiché il loro valore di mercato è aumentato.

Polemiche sull’incremento delle rendite catastali

Tornando al nostro lettore, la prima cosa da verificare è se la casa oggetto della successione è stata ristrutturata con il Superbonus. In caso contrario, l’aumento delle rendite catastali non dovrebbe riguardare il suo caso e non ci sarebbe alcun impatto sulle tasse di successione. Inoltre, è importante verificare se la casa rientra tra quelle per cui la tassa di successione è effettivamente dovuta.

Tassa di successione: scadenze e regole

Entro 12 mesi dalla morte del coniuge o parente, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione. Il termine di 12 mesi decorre dalla data di decesso, che coincide con l’apertura della successione. Se la dichiarazione viene presentata in ritardo, possono essere applicate delle sanzioni, che tuttavia decadono dopo 5 anni dall’apertura della successione.

L’aumento delle rendite catastali può far aumentare le tasse?

La tassa di successione è in vigore dal 1991, con modifiche nel tempo. Attualmente, si paga solo se il valore del patrimonio ereditario supera 1 milione di euro, ma solo se gli eredi sono il coniuge, i figli o i genitori del defunto. Questo significa che, per il nostro lettore, se il valore complessivo dell’eredità (inclusa la casa) non supera 1 milione di euro, non ci sarà alcuna tassa di successione da pagare.

Il meccanismo delle imposte di successione

Nel caso in cui la tassa di successione sia dovuta, la rendita catastale gioca un ruolo importante nel calcolo. La rendita va rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente che varia in base alla tipologia dell’immobile:

  • Casa di abitazione principale: moltiplicatore 110;
  • Altre case (categorie A o C, esclusi A/10 e C/1): moltiplicatore 120;
  • Categoria A/10 (uffici) e C/1 (negozi): moltiplicatori rispettivamente 60 e 40,8;
  • Immobili di categoria D: moltiplicatore 60;
  • Immobili di categoria B: moltiplicatore 140;
  • Immobili di categoria E: moltiplicatore 40,8.

Il valore ottenuto rappresenta la base imponibile su cui si calcola la tassa di successione.

L’aliquota varia in base al grado di parentela:

  • Coniuge, figli, genitori: 4% con una franchigia di 1 milione di euro;
  • Fratelli e sorelle: 6% con una franchigia di 100.000 euro;
  • Altri eredi: 8%, senza franchigia.

Imposte catastali e ipotecarie

Oltre alla tassa di successione, gli eredi devono pagare le imposte catastali e ipotecarie. L’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore degli immobili dichiarati in successione, mentre quella catastale è pari all’1%. Anche in questo caso, il calcolo si basa sulla rendita catastale rivalutata. Tuttavia, esiste un minimo da versare, pari a 200 euro per ciascuna di queste imposte.

Conclusione

In sintesi, l’aumento delle rendite catastali potrebbe influire sulle tasse di successione solo per gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus o di altri interventi di ristrutturazione. Per gli altri immobili, la rendita catastale rimane invariata. Se il valore dell’eredità non supera la soglia di 1 milione di euro, non ci sarà tassa di successione da pagare.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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