Tassa rifiuti, dalla TARI alla TARIP: analogie e differenze

La TARIP (attuale TARI) rivoluziona la gestione dei rifiuti, premiando chi inquina meno e garantendo equità e sostenibilità.
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tari e tarip
Foto © Pixabay

La gestione dei rifiuti urbani è un tema cruciale per le amministrazioni locali, i cittadini e le imprese. In Italia, la Tassa sui Rifiuti, comunemente nota come TARI, rappresenta uno degli strumenti principali per finanziare i servizi di raccolta e smaltimento. Tuttavia, negli ultimi anni, si è progressivamente affermato un nuovo sistema di tariffazione, chiamato TARIP (Tariffa Rifiuti Puntuale), che mira a rendere il calcolo dei costi più equo e sostenibile.

Cos’è la TARIP e come si distingue dalla TARI? Quali sono le analogie e i punti simili? Quanti comuni sono già passati dalla TARI alla TARIP?

La TARIP e la TARI a confronto

La TARIP rappresenta un’evoluzione della TARI, introducendo un sistema di calcolo basato sulla reale quantità di rifiuti prodotti dalle singole utenze, sia domestiche che non domestiche.

Questo approccio innovativo supera il metodo tradizionale della TARI, che si basa su una stima generica legata alla superficie dell’immobile e al numero dei componenti del nucleo familiare. Ad ogni modo chi paga più TARI del dovuto ha comunque diritto al rimborso.

L’introduzione della TARIP risponde al principio “chi meno inquina, meno paga”, incentivando comportamenti virtuosi come la riduzione dei rifiuti e una migliore raccolta differenziata. Tale sistema offre una maggiore equità rispetto al passato, permettendo di modulare il tributo in base al reale impatto ambientale di ogni cittadino o azienda.

Il calcolo della TARIP: parametri e logica

La determinazione della TARIP si basa su due componenti principali:

  • Quota fissa: è calcolata in base alla superficie dell’unità abitativa o commerciale e copre i costi generali del servizio, come la gestione amministrativa e l’infrastruttura.
  • Quota variabile: dipende dalla quantità effettiva di rifiuti prodotti, misurata in termini di volume o peso, e dai costi associati alla loro gestione.

In concreto, per definire la quota variabile, vengono considerati i seguenti fattori:

  • numero minimo di svuotamenti del contenitore destinato ai rifiuti non riciclabili;
  • eventuali svuotamenti aggiuntivi effettuati nel corso dell’anno.

Ogni contenitore destinato ai rifiuti è dotato di un chip elettronico che registra il numero di svuotamenti.

Questo sistema consente di monitorare in modo puntuale la produzione di rifiuti e di calcolare con precisione l’importo dovuto da ciascuna utenza.

Differenze fondamentali tra TARI e TARIP

La principale differenza tra TARI e TARIP risiede nel criterio di calcolo. Mentre la TARI è basata su una stima presuntiva della produzione di rifiuti, la TARIP si fonda su dati effettivi. Nel caso della TARI, infatti, il tributo viene determinato tenendo conto della superficie dell’immobile e del numero di occupanti, senza considerare la reale quantità di rifiuti generati.

Con la TARIP, invece, il focus si sposta sulla misurazione diretta dei rifiuti prodotti, introducendo una maggiore personalizzazione della tariffa. Questo sistema premia le famiglie e le imprese che adottano pratiche virtuose, come la riduzione del rifiuto indifferenziato e un’accurata separazione dei materiali riciclabili.

Vantaggi della TARIP

L’adozione della TARIP comporta numerosi vantaggi, sia per i cittadini che per le amministrazioni locali:

  • equità fiscale: ogni contribuente paga in base al proprio impatto ambientale, evitando distorsioni derivanti da stime generiche;
  • incentivi alla sostenibilità: la tariffa puntuale stimola comportamenti virtuosi, come la riduzione dei rifiuti e una più attenta raccolta differenziata;
  • trasparenza: il sistema di misurazione elettronica permette un calcolo preciso e verificabile della tariffa;
  • ottimizzazione dei costi: l’amministrazioni possono utilizzare i dati raccolti per migliorare l’efficienza dei servizi di raccolta e smaltimento.

Come funziona il passaggio da TARI a TARIP

La transizione dalla TARI alla TARIP è già in corso in numerosi Comuni italiani e sarà progressivamente estesa a tutto il territorio nazionale. Questo processo richiede un adeguamento tecnologico e organizzativo, tra cui l’introduzione dei contenitori dotati di chip per il monitoraggio dei rifiuti.

Le amministrazioni locali svolgono un ruolo fondamentale nella gestione di questa transizione, sensibilizzando la cittadinanza e garantendo la corretta implementazione del nuovo sistema. La comunicazione è essenziale per illustrare i vantaggi della TARIP e per guidare le utenze nel cambiamento delle proprie abitudini.

Sfide e criticità

Nonostante i benefici della TARIP, la sua adozione presenta alcune sfide. La gestione dei costi iniziali per l’implementazione del sistema, ad esempio, può rappresentare un ostacolo per alcuni Comuni. Inoltre, è fondamentale garantire che il sistema di misurazione elettronica sia affidabile e protetto da eventuali manomissioni.

Un’altra criticità riguarda l’omogeneità delle tariffe tra i diversi territori. Essendo i coefficienti di calcolo variabili da Comune a Comune, possono emergere disparità che rischiano di penalizzare alcune utenze. È quindi importante che le autorità locali collaborino per definire criteri uniformi e trasparenti.

Riassumendo…

  • La TARIP calcola i costi sui rifiuti prodotti, non su tempi generici come la TARI.
  • Il sistema incentiva comportamenti sostenibili: meno rifiuti indifferenziati, più raccolta differenziata.
  • La quota variabile dipende dal numero di svuotamento dei contenitori monitorati con chip elettronico.
  • TARIP offre equità fiscale e trasparenza, premiando chi riduce il proprio impatto ambientale.
  • La transizione richiede adeguamenti tecnologici e sensibilizzazione da parte delle amministrazioni locali.
  • Le criticità includono costi iniziali e disparità tra Comuni, ma resta un sistema più sostenibile.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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