Cosa è la tassa di soggiorno che ci fanno pagare nelle strutture ricettive in aggiunta al costo della camera?
Si tratta di un imposta che le strutture alberghiere devono applicare ad ogni clienti per ogni giorno di pernottamento. Come funziona e quanto costa l’imposta?
L’imposta di soggiorno si applica in base a criteri graduali in proporzione al prezzo del soggiorno per notte e può arrivare fino ad un massimo di 5 euro anche se il suo ammontare varia in base alla struttura ricettiva e al suo numero di stelle.
Tale imposta, istituita dal decreto legislativo numero 23 del 2011, prevede che ogni comune può decidere autonomamente la tariffa da applicare al turista per ogni giorno di pernottamente e la durata dei giorni per i quali l’imposta è dovuta.
I soggetti passivi di questa tassa sono coloro che soggiornano nelle strutture ricettive (alberghi, hotel, B&B, di comuni capoluogo di proviancia e nei comuni località turistiche o città d’arte.
Tassa di soggiorno: chi è esente?
Sono esenti dal pagamento dell’imposta i residenti nel comune e i minori di 14 anni oltre ai disabili, gli operatori del turismo che soggiornano nelle strutture per motivi di lavoro, gli accompagnatori delle persone con disabilità, gli appartenenti alle forze dell’ordine gli accompagnatori turistici e gli autisti di pulmann.
La riscossione del tributo, che riceve il gestore della struttura ricettiva, deve essere versata al Comune secondo le modalità che prevede il regolamento comunale anche se la figura del sostituto o responsabile dell’imposta è ricoperta dal gestore. Per ogni imposta ricevuta la struttura rilascerà al cliente un apposita ricevuta. La somma ricevuta a titolo di imposta di soggiorno, essendo un’anticipazione per conto del turista al Comune, dovrà essere esclusa dalle imposizioni Iva e da quelle reddituali.
Tassa di soggiorno: perchè è applicata?
L’applicazione della tassa di soggiorno è dovuta al finanziamento, da parte dei comuni, di interventi in materia di turismo e recupero dei beni culturali e ambientali.