La lotta all’evasione fiscale del Governo Conte Bis passa attraverso la riduzione dei pagamenti in contanti. Come? Da un lato scoraggiando i prelievi presso gli sportelli bancomat, dall’altro incentivando le transazioni con carta di credito.
Quanto costerà prelevare al bancomat e chi dovrà pagare la tassa sui contanti
Qualcuno l’ha già ribattezzata “tassa sul contante“. Si tratta, in soldoni, di una commissione pari al 2% sui prelievi in contanti oltre i 1.500 euro mensili. Lo scopo è quello di tracciare quanto più possibile i pagamenti, mediante un processo di digitalizzazione.
Bonus del 2% per chi paga con carta di credito
Il nostro Paese è tra i fanalini di coda per l’utilizzo della carta di credito. Secondo uno studio dell’Osservatorio sulle carte di credito e digital payments compiuto da Assofin, Nomisma Crif e GfK,nel 2017 è stato registrato un aumento dell’1.9% rispetto all’anno precedente nell’uso di questi metodi di pagamento. Anche il numero di transazioni è salito del 10% circa. Qualcosa si muove, quindi, ma non basta.
L’Italia è ancora parecchio indietro rispetto alla media dei paesi europei nell’utilizzo delle carte come sistema di pagamento.
A tal proposito il CSC ha spiegato come “rispetto a una media europea superiore a 100 transazioni pro-capite annue, ne vengono effettuate meno della metà”.
Il bonus del 2% sull’uso della carta di credito non prevede uno sconto immediato ma la possibilità di accumulare da recuperare in sede di dichiarazione dei redditi.
Inoltre, per i commercianti, potrebbero essere eliminate le commissioni per i “micropagamenti” al di sotto di specifiche soglie di spesa. Parallelamente andrebbero applicate sanzioni mirate per i negozianti che non rispettano l’obbligo di Pos e per quelli che non accettano pagamenti con bancomat o carte di credito.