Tassazione criptovalute, la storia dal 2023 al 2025

La tassazione criptovalute in Italia potrebbe cambiare radicalmente: la Legge di Bilancio 2025 introdurrebbe un'aliquota del 42%
1 mese fa
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tassazione criptovalute
Foto © Pixabay

Negli ultimi anni, il tema della tassazione criptovalute è diventato sempre più centrale nel dibattito fiscale, soprattutto in un contesto di crescente adozione delle cripto-attività. Il Disegno di Legge di Bilancio attualmente in discussione propone cambiamenti significativi nel regime fiscale applicabile a queste attività, con un incremento dell’aliquota fino al 42% a partire dal 1° gennaio 2025.

Per comprendere l’importanza di questa proposta e il suo impatto , è necessario analizzare il percorso normativo che ha portato alla situazione attuale.

Breve storia della tassazione sui redditi di capitale

Il quadro normativo della tassazione dei redditi di capitale e redditi diversi risale al 1997, con l’introduzione del Decreto Legislativo 461/97.

Questo testo ha rappresentato un importante passo avanti, stabilendo regole uniformi per la tassazione di diverse tipologie di reddito, tra cui quelli derivanti da investimenti.

In particolare, l’articolo 5 del decreto prevedeva un’aliquota del 12,5% per l’imposta sostitutiva, calcolata in autoliquidazione e indicata nel quadro RT del modello Redditi PF.

Nel corso degli anni, l’aliquota è stata incrementata più volte mediante leggi autonome, senza però modificare direttamente il decreto originale. Tra le modifiche principali, il Decreto Legge 66/2014 ha portato l’aliquota prima al 20% e successivamente al 26% per redditi specifici, pur lasciando invariata la “base” del 12,5% applicabile a titoli di Stato e altre categorie specifiche .

L’introduzione delle cripto-attività nel quadro normativo

Con la Legge di Bilancio 2023, anche le cripto-attività sono state integrate nel regime di tassazione previsto dall’articolo 5 del Dlgs 461/97. Questo cambiamento ha sancito un importante riconoscimento normativo per la moneta virtuale, equiparandole ad altre forme di investimento dal punto di vista fiscale. Tuttavia, non sono mancate le incongruenze.

La nuova norma, infatti, ha introdotto il comma c-sexies all’articolo 67 del TUIR, includendo le plusvalenze generate dalle cripto-attività tra quelle soggette all’imposta sostitutiva. Tuttavia, il Decreto Legge 66/2014, che aveva stabilito le aliquote del 20% e del 26%, non è stato adeguatamente aggiornato per riflettere questa modifica.

Di conseguenza, la normativa in vigore lasciava intendere che alle cripto-attività continuasse ad applicarsi l’aliquota residua del 12,5%.

Questa discrepanza è stata sottolineata anche nel Dossier della Camera relativo alla Legge di Bilancio 2023, che evidenziava chiaramente l’incongruenza. Nonostante ciò, il testo normativo non è stato rettificato, lasciando spazio a interpretazioni contrastanti. Da un lato, le istruzioni al quadro RT della Dichiarazione redditi 2024 (anno d’imposta 2023) indicavano l’applicazione dell’aliquota del 26%, mentre la normativa manteneva quella del 12,5%.

Tassazione criptovalute, la proposta per il 2025: un salto al 42%

La situazione normativa, già complessa, è destinata a cambiare radicalmente rispetto alla proposta contenuta nella Legge di Bilancio 2025. Questa prevede un aumento significativo dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle cripto-attività (ovvero sulla plusvalenza), portandola al 42%. Tale misura rappresenterebbe un deciso inasprimento fiscale, con l’obiettivo dichiarato di armonizzare la tassazione delle criptovalute con quella di altre forme di reddito da investimento.

L’incremento proposto mirerebbe a colmare il diverso tra la tassazione delle cripto-attività e quella applicata ad altri redditi di capitale, rispondendo anche alla necessità di regolare un settore che, fino a pochi anni fa, godeva di un regime fiscale relativamente favorevole. Tuttavia, l’innalzamento dell’aliquota potrebbe avere conseguenze significative per gli investitori, che potrebbero vedere ridursi drasticamente i rendimenti netti delle loro operazioni in criptovalute.

Si evidenzia che la norma non è ancora certa. Infatti, il testo della manovra di bilancio 2025 è ancora in fase di discussione parlamentare e diverse sono le parti politiche che chiedono di rivedere la proposta. Su tutti a spingere maggiormente verso un ripensamento è la Lega, di Matteo Salvini.

Riassumendo

  • Aliquota Criptovalute 2025: previsto aumento al 42% per plusvalenze realizzate dal 1° gennaio 2025.
  • Origini normative: il Dlgs 461/97 ha introdotto regole uniformi per tassazione redditi da investimenti.
  • Incongruenze Legge 2023: discrepanza tra aliquota normativa (12,5%) e istruzioni (26%) sulle cripto-attività.
  • Impatto Investitori: incremento fiscale riduce i rendimenti e potrebbe incentivare la migrazione verso regimi più favorevoli.
  • Conseguenze Mercato: rischio di volatilità pre-2025 e minore attrattività italiana per investitori cripto.
  • Futuro Regolamentare: necessari dialogo e incentivi per bilanciare tassazione e sviluppo del settore criptovalute.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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