Movimento 5 Stelle primo partito ma senza maggioranza: questo il dato primario che emerge dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018 e che implica una riflessione strategica. Come si muoveranno i grillini che da sempre hanno rifiutato le coalizioni con altri partiti? L’idea, sulla quale Di Maio in queste prime dichiarazioni post elezioni ha dimostrato apertura, è quella di un’intesa su singoli punti del programma. E mentre c’è ancora chi si chiede se il Movimento 5 Stelle sia di destra o di sinistra, cerchiamo di capire se, su quali punti del programma e con chi i grillini potrebbero trovare un’intesa.
Movimento 5 Stelle e Pd: Renzi farà un passo indietro?
Secondo i ben informati la prima condizione del Movimento 5 Stelle verso il Pd è che Renzi faccia un passo indietro (l’ex premier ha annunciato le sue dimissioni quindi potrebbero esserci margini). Sicuramente alcuni punti di contatto con la sinistra ci sono, soprattutto se a fare da collante sarà Liberi e Uguali. Il reddito di cittadinanza fortemente voluto dai 5 Stelle ad esempio non differisce molto dalla proposta del reddito di dignità di LeU (anche se la seconda è meno onerosa per le casse dello Stato); anche sulle misure a sostegno della famiglia e dei genitori che lavorano ci sono dei punti di contatto possibili: LeU chiede orari flessibili di lavoro per i genitori, mentre il M5S propone congedi parentali fino a 36 mesi.
Movimento 5 Stelle e Lega: punti in comune dei due veri vincitori
Il Movimento 5 Stelle è primo partito ma sicuramente l’altro dato che emerge con forza da queste elezioni politiche è che la Lega ha preso piede tanto che il nuovo leader del centro-destra è Salvini davanti a Berlusconi. Sul fronte fiscale e del welfare e previdenza M5S e Lega hanno manifestato intenzioni simili su:
– reddito di cittadinanza (circa 780 euro al mese per chi vive sotto la soglia di povertà);
– semplificazione della burocrazia;
– aumento delle pensioni minime;
– diminuzione delle tasse.