Stangata in arrivo per gli automobilisti italiani, in particolare modo per coloro che hanno auto con motori diesel. Ebbene sì, il Governo ha deciso di equiparare il prezzo di benzina e gasolio alzando quindi le tasse di quest’ultimo attraverso le accise. Il risultato? Una stagnata da 3 miliardi di euro in arrivo. La nuova manovra finanziaria del governo italiano potrebbe segnare un importante cambiamento per i possessori di veicoli alimentati a gasolio. Tra le misure previste, infatti, si ipotizza l’eliminazione delle agevolazioni fiscali sulle accise del diesel, con l’obiettivo di allineare le tasse del gasolio a quelle della benzina.
Cos’è il riallineamento delle accise
Attualmente, il gasolio beneficia di una tassazione inferiore rispetto alla benzina. Questa differenza è visibile direttamente al distributore, dove il prezzo del diesel risulta generalmente più basso. Tuttavia, il governo Meloni starebbe considerando l’eliminazione di queste agevolazioni fiscali, per aumentare le accise sul diesel fino a farle equivalere a quelle applicate alla benzina.
Oggi, le accise e l’IVA pesano per il 60% sul prezzo della benzina e per il 56,2% su quello del gasolio. Sebbene la differenza possa sembrare minima, ha un impatto significativo sui prezzi alla pompa e sulle abitudini di consumo degli italiani. Dal 2000 al 2023, infatti, i consumi di gasolio sono aumentati sensibilmente rispetto a quelli della benzina: mentre nel 2000 si consumavano 22,4 miliardi di litri di benzina e 22,1 miliardi di gasolio, nel 2023 i consumi di benzina sono scesi a 11,1 miliardi di litri, mentre quelli di diesel sono saliti a 28 miliardi.
Tasse Diesel, un aumento da 3 miliardi di Euro
L’eventuale riallineamento delle accise porterebbe a un aumento diretto dei prezzi del diesel, con un impatto stimato di circa 3 miliardi di euro per i consumatori italiani.
Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ha spiegato che l’attuale tassazione sul gasolio è già piuttosto elevata, con il 56,1% del prezzo che va in tasse (pari a 0,91 euro al litro), mentre per la benzina la tassazione arriva al 59,8%, ossia 1,04 euro per ogni litro di verde. Un eventuale riallineamento delle accise farebbe aumentare il prezzo del gasolio ai distributori, incidendo per circa 5,5 euro in più su un pieno di carburante, il che equivarrebbe a un aumento complessivo di 3,1 miliardi di euro all’anno, qualora i consumi di diesel rimanessero ai livelli attuali.
Aumento diesel e impatto sulle famiglie e sui consumatori
L’impatto di una tale decisione sarebbe particolarmente gravoso per le famiglie italiane che utilizzano veicoli a gasolio, spesso scelte proprio per la maggiore convenienza economica rispetto alla benzina. In un periodo di inflazione elevata e con i costi energetici in continua crescita, un ulteriore aumento del costo del carburante potrebbe peggiorare la situazione finanziaria di molte famiglie, già provate dall’aumento dei costi di vita. Non va dimenticato che il riallineamento delle accise si inserisce in un contesto più ampio di politiche volte a ridurre l’uso dei combustibili fossili, con l’obiettivo finale di eliminare le auto a combustione interna entro il 2035. Tuttavia, per il momento, le auto a gasolio e a benzina rimangono le più diffuse in Italia, e un aumento delle tasse sui carburanti rischia di penalizzare milioni di automobilisti.
Da parte sua, il governo giustifica questa misura come parte di un più ampio piano di riforma fiscale e di sostenibilità ambientale.
Riassumendo…
- Il governo sta considerando di eliminare le agevolazioni fiscali sul diesel, aumentando le tasse per equipararle a quelle della benzina, il che porterà a un incremento dei prezzi del gasolio.
- L’aumento delle accise potrebbe tradursi in una stangata da 3 miliardi di euro per i consumatori, con un rincaro di circa 5,5 euro per pieno di carburante.
- Questa misura colpirebbe duramente le famiglie italiane, che utilizzano veicoli a gasolio per la loro convenienza, aggravando i costi in un contesto economico già difficile.