Le tasse sulla casa non accennano a scendere. Anzi, in alcuni comuni italiani tendono a salire, soprattutto laddove l’evasione e la mancata riscossione impongono degli introiti ricadono su coloro che, al contrario, le tasse le pagano. E come sempre, l’attenzione ricade sul Sud Italia dove – secondo uno studio de Il Sole 24 Ore – la mancata riscossione manda in dissesto finanziario gli enti locali. In cima alla lista ci sono i Comuni delle regioni di Campania e Calabria, seguiti da quelli della Sicilia, Lazio e Molise, dove vengono incassati mediamente dai 33 ai 41 euro ogni 100 previsti.
IMU in rialzo per 215 Comuni italiani
Così, secondo uno studio della Uil alla data del 26 luglio, le aliquote Imu sono state quest’anno riviste al rialzo in oltre 215 Comuni, tra cui 4 Città capoluogo. Più gettonati gli aumenti delle aliquote delle Addizionali Comunali Irpef: sempre al 26 luglio, su 4.078 Comuni 566 (il 14% del totale) ha scelto di aumentare le aliquote e di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia. Infine nel 2019 la Tari aumenta in 44 Città capoluogo (4 Città su 10), tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli.
I rincari riguardano anche le addizionali
“Dopo tre anni di blocco degli aumenti delle aliquote delle imposte e tasse locali, – spiega la Uil – da quest’anno ritorna la facoltà di manovrare di nuovo la leva fiscale a livello locale. Se sul versante delle Regioni non sono stati apportati aumenti di aliquote, diversa e variegata è la situazione per quanto riguarda le tasse comunali. Il quadro è ancora incompleto in quanto, non tutti i Comuni hanno pubblicato le aliquote dell’Imu e delle Addizionali Comunali Irpef sul sito del Ministero dell’Economia”. Ma come sta andando?
I balzelli comunali più colpiti
Secondo la seconda rilevazione del Servizio Politiche Territoriali Uil, aggiornata al 26 Luglio, sulle tre maggiori imposte e tasse dei Comuni (Imu/Tasi, Irpef Comunale e Tari), non sono molti i Municipi che stanno rivedendo le aliquote e le tariffe, ma si tratta comunque di ritocchi di peso.
I ritocchi di Imu e Tasi
Per l’Imu alla data del 26 luglio, le aliquote sono state quest’anno riviste al rialzo in oltre 215 Comuni, tra cui 4 Città capoluogo (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino). In particolare, ad Avellino l’aliquota per le seconde case e altri immobili tra Imu/Tasi sale dal 10,5 per mille al 10,6 per mille; a Torino si sono modificate alcune aliquote e, in particolare, quella sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 per mille al 7,08 per mille, mentre quella a canone libero dall’8,6 per mille al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l’aliquota sale dal 4,6 per mille al 6 per mille; a Pordenone sui negozi sfitti l’aliquota sale al 10,6 per mille dall’8,85 per mille. Più gettonati gli aumenti delle aliquote delle Addizionali Comunali Irpef, dove esistono maggiori margini di aumento: sempre alla data del 26 Luglio, su 4.078 Comuni, che hanno comunicato le loro scelte sul sito del Ministero dell’Economia, 566 (il 14% del totale) ha scelto di aumentare le aliquote e di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia, tra questi 7 Città capoluogo di provincia (Mantova, Rimini, Barletta, Avellino, Trapani, Lecce e Carrara).
In rialzo anche la Tari
Infine la Tari: dalla rilevazione su una famiglia con abitazione di 80 mq e quattro componenti emerge che, nel 2019 la Tari aumenta in 44 Città capoluogo di Provincia (4 Città su 10), tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli; rimane stabile in 26 città, tra cui Milano, Roma, Bologna; diminuisce in 35 città, tra cui Cagliari, Firenze e Venezia.