L’applicazione della tassa sostitutiva sulle mance così come introdotta dalla Legge n°197/2022, Legge di bilancio 2023 richiede la verifica di alcuni limiti reddituali. Limiti, al superamento dei quali il lavoratore non può sfruttare la tassazione agevolata. Nella recente circolare sulla tassazione delle mance, l’Agenzia delle entrate ha messo nero su bianco che la tassazione sostituiva rappresenta la tassazione naturale per le mance percepite dai lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione in generale (locali in cui vengono somministrai alimenti e bevande).
Un po’ come il regime forfetario o il regime semplificato che rappresentano entrambi regimi naturali di tassazione per le persone fisiche titolari di partita iva.
Detto ciò, vediamo quali sono i limiti reddituali da verificare ai fini dell’applicazione della tassa sulle mance. Iniziamo col dire che un limite reddituale va verificato rispetto all’anno precedente a quello di applicazione della tassazione sostitutiva, un altro invece deve essere verificato nell’anno di applicazione della tassa sulle mance.
La tassazione sostitutiva sulle mance
A prevedere una tassazione agevolata sulle mance pagate in contanti o tramite strumenti tracciabili è stata la Legge n°197/2022, legge di bilancio 2023.
In particolare, al comma 58 è previsto che:
Nelle strutture ricettive e negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande di cui all’articolo 5 della legge 25 agosto 1991, n. 287, le somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità, anche attraverso mezzi di pagamento elettronici, riversate ai lavoratori di cui al comma 62, costituiscono redditi di lavoro dipendente e, salva espressa rinuncia scritta del prestatore di lavoro, sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 5 per cento, entro il limite del 25 per cento del reddito percepito nell’anno per le relative prestazioni di lavoro (..).
Le mance non concorrono alla base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali né al TFR.
Tasse sulle mance. Gli errori da evitare sulla verifica reddituale
Il datore di lavoro applica l’imposta sostitutiva, la versa con i codici tributi tasse sulle mance, con l’aliquota del 5 per cento, entro il limite del 25 per cento del reddito percepito nell’anno dal lavoratore per le relative prestazioni di lavoro. La base di calcolo cui applicare il 25 per cento è costituita dalla somma di tutti i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno per le prestazioni di lavoro rese nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione. Ivi comprese le mance. Anche se derivanti da rapporti di lavoro intercorsi con datori di lavoro diversi.
Dunque, la franchigia del 25% si applica solo rispetto ai redditi percepiti per l’attività lavorativa prestata nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione. Si considerano i redditi dell’anno in cui si applica la tassa sulle mance.
L’applicazione della tassa sulle mance al 5% richiede inoltre che il reddito di lavoro dipendente percepito dal lavoratore sia di importo non superiore a euro 50.000.
Attenzione, la verifica del limite reddituale ossia del limite di 50.000 euro deve essere effettuata in questi termini:
- devono essere considerati tutti i redditi di lavoro dipendente conseguiti dal lavoratore, compresi quelli derivanti da attività lavorativa diversa da quella svolta nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione;
- la verifica va effettuata rispetto ai redditi riferiti al periodo d’imposta precedente a quello di percezione delle mance da assoggettare a imposta sostitutiva. Così come specificato nella relazione tecnica alla Legge di bilancio 2023.
Riassumendo…
- La legge di bilancio 2023 ha introdotto un’imposta al 5% per le mance percepite dai dipendenti di alberghi e ristoranti;
- la tassazione sostitutiva rappresenta la tassazione naturale per le mance percepite dai lavorati del settore alberghiero e della ristorazione in generale;
- l’applicazione della tassa agevolata richiede la verifica di alcuni limiti reddituali.