Tassi BCE bassi più a lungo. E lo spread BTp-Bund sprofonda, anche se poi risale un po’

Il board di Francoforte ha rivisto il target d'inflazione e ha allungato l'orizzonte temporale entro cui terrà basso il costo del denaro
3 anni fa
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Scudo anti-spread della BCE, i paletti della Bundesbank

Il board della BCE ha mantenuto oggi invariati i due programmi di acquisto di bond (“quantitative easing” e PEPP) e i tassi d’interesse. Ma c’è stata la grossa novità del target d’inflazione, rivisto al 2%. Alla pubblicazione del comunicato delle ore 13.45, lo spread BTp-Bund è sceso fino a un minimo di 102 punti base dai 107 punti poco precedenti, salvo risalire nei minuti successivi in area 105.

Dicevamo, il target d’inflazione è stato ridefinito al 2%. A differenza dei comunicati del passato, incluso il penultimo di giugno, è stato fatto presente che i tassi BCE non saranno alzati fino a quando la crescita tendenziale dei prezzi non avrà centrato il 2% e rimarrà tale per un certo periodo.

Inoltre, non vi sarà alcun automatismo per cui, al raggiungimento di tale soglia, l’istituto alzerà il costo del denaro.

Tassi BCE fermi e potenziamento QE?

In altre parole, i tassi BCE rimarranno bassi ai livelli attuali o ancora più bassi per un periodo più lungo rispetto a quanto comunicato in passato. Ed ecco che si spiega la discesa dello spread. Il mercato sta premiando i titoli del debito degli stati fiscalmente meno ordinati, dato che condizioni monetarie espansive più a lungo tendono a ridurne i rischi. E dopo il comunicato di questo primo pomeriggio, il rendimento a 10 anni dell’Italia è sceso fino allo 0,65%, ai livelli minimi da inizio aprile scorso.

Il dato saliente, peraltro previsto, riguarda i tassi BCE nell’ottica della “simmetricità” dell’inflazione. Formalmente, l’istituto tollererà d’ora in avanti che i prezzi salgano anche sopra il target per un certo periodo, al fine di compensare i periodi in cui essi siano cresciuti al di sotto di esso. In altre parole, poiché l’inflazione nell’Eurozona è rimasta sotto il 2% sin dagli inizi del 2013, è prevedibile che la BCE consentirà ad essa di salire fino al 2,5-3% per un lasso di tempo sufficientemente lungo.

Dunque, non solo i tassi non saliranno presto, ma probabilmente sarà potenziato più in là il piano di acquisto dei bond, noto come QE, specie quando il PEPP sarà cessato con il venir meno dell’emergenza pandemica. Tutte buone notizie per i BTp.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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