Il possibile impatto delle elezioni in Francia sui tassi BCE

Le elezioni anticipate a sorpresa in Francia potranno avere un impatto diretto sulle prossime mosse della BCE sui tassi di interesse.
6 mesi fa
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Impatto delle elezioni in Francia sui tassi BCE
Impatto delle elezioni in Francia sui tassi BCE © Licenza Creative Commons

Una campagna elettorale di appena due settimane in Francia non c’era mai stata in tempi moderni. E’ il segno della straordinarietà di questa fase a Parigi, dove il presidente Emmanuel Macron ha scioccato cittadini e mercati con lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale a seguito della dura sconfitta alle elezioni europee per il suo partito centrista. Una decisione che avrà un impatto sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea (BCE) in tema di tassi di interesse.

In Francia possibile svolta a destra

Da quando Macron ha annunciato nuove elezioni per il 30 giugno, i rendimenti francesi e nel Sud Europa si sono impennati, così come gli spread.

Le borse hanno ceduto il 6% a Parigi e Milano, il 3% a Francoforte. C’è il timore che a vincere sarà la destra di Marine Le Pen. Secondo i sondaggi, sarà seguita dal fronte popolare creatosi a sinistra, mentre i centristi macroniani arriverebbero terzi e ben staccati. Si prevede un tonfo per i seggi dell’attuale maggioranza (relativa).

Tassi BCE, cambiano condizioni macro

Quale può essere l’impatto sui tassi BCE? In un certo senso, è come se vi fosse in corso una stretta monetaria. I mercati hanno reagito pretendendo rendimenti più alti sui bond sovrani. Se questa situazione perdurasse, i risparmiatori nell’Area Euro avrebbero convenienza a continuare ad investire in titoli di stato. La concorrenza ai danni di obbligazioni private e conti deposito s’intensificherebbe, quando sembrava si stesse allentando con il primo taglio dei tassi di interesse dello scorso 6 giugno.

Un aumento dell’intera struttura dei tassi sarebbe di sostegno nella lotta all’inflazione. La BCE troverebbe maggiore conforto nel tagliare i tassi a settembre, fatto salvo che per luglio (ad oggi) sembra difficile assistere ad un altro annuncio. D’altra parte, è pur vero che la fuga dei capitali stia indebolendo il cambio euro-dollaro.

Era arrivato a 1,09 prima delle europee, mentre adesso viaggia sotto 1,07. Un euro più debole accresce il rischio di inflazione importata. I tassi BCE resterebbero invariati più a lungo per scongiurare tale scenario, specie a fronte di una Federal Reserve ferma da qui ai prossimi mesi.

Crescono incertezze

In generale, tuttavia, quanto sta accadendo in Francia aumenta le incertezze. Queste sono nemiche dell’azione sui tassi BCE. Nell’immediato, Francoforte troverebbe più complicato propendere per un allentamento monetario senza conoscere cosa accadrà sul piano politico nella seconda economia dell’area. Un possibile governo lepenista come si rapporterebbe alle regole fiscali introdotte dalla Commissione europea di recente con la rivisitazione del Patto di stabilità? Politica monetaria e politica fiscale devono coordinarsi per evitare che l’una pigi il pedale del freno e l’altra quello dell’acceleratore nello stesso tempo.

Nel medio periodo, comunque, l’incertezza impatta negativamente sulla crescita. Essa allontana i capitali stranieri, riduce gli investimenti interni e anche i consumi delle famiglie. E questo depone a favore di un taglio dei tassi BCE, in quanto deprime il quadro macroeconomico con annesse aspettative d’inflazione.

Impatto diverso sui tassi BCE tra breve e medio termine

In conclusione, il terremoto politico di queste settimane avrebbe conseguenze d’impatto sui tassi BCE all’insegna del mancato intervento. Specie se a vincere fosse la destra lepenista o se si arrivasse a una situazione d’impasse, Francoforte vorrebbe verosimilmente vederci meglio prima di agire. Nel medio termine, però, esso avrebbe effetti deprimenti su economia e inflazione, tali da poter accelerare i piani dell’istituto per ridurre il costo del denaro.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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