La Banca Nazionale Svizzera dovrebbe annunciare oggi un nuovo taglio dei tassi di interesse dello 0,25%. E’ questa la scommessa del mercato dopo la sorpresa di dicembre, quando l’istituto ridusse il costo del denaro dello 0,50%. Fu il taglio più elevato nell’ultimo decennio. Se la previsione si rivelerà esatta, i tassi elvetici scenderanno dallo 0,50% allo 0,25%. Un livello impensabile per le altre banche centrali più importanti del pianeta, in questa fase. Tutte lottano contro l’inflazione ancora sopra i target. Ieri, la Federal Reserve ha rivisto al rialzo le sue stime per quest’anno, riducendo quelle per il Pil USA.
E, naturalmente, il governatore Jerome Powell ha lasciato invariato il costo del denaro al 4,25-4,50%.
Inflazione quasi azzerata
La Svizzera può permettersi di avere già tassi così bassi grazie all’inflazione altrettanto infima. A febbraio è scesa allo 0,3%, ben sotto l’obiettivo del 2% e ai minimi da aprile 2021. C’è da dire che nello stato alpino non c’è stata in questi anni alcuna fiammata dei prezzi al consumo che si possa considerare paragonabile a quanto accaduto nel resto delle grandi economie. L’apice venne raggiunto nell’agosto del 2022 al 3,5%. Pensate che in quegli stessi mesi l’inflazione nell’Eurozona avrebbe toccato punte triple.
Franco svizzero scende dai record contro l’euro
Tassi quasi azzerati in Svizzera e pur sempre positivi in termini reali non fanno altro che tenere i rendimenti dei bond sovrani in agghiaccio. Il decennale offre ancora poco più dello 0,60% e la scadenza dei 40 anni, la più lunga della curva elvetica, neanche arriva oggi allo 0,70%.
D’altra parte il franco svizzero è stato da record negli ultimi tempi contro l’euro, anche se adesso perde l’1,55% contro di esso da inizio anno. Quest’anno ricorre il decennale dalla fine del cambio minimo fissato unilateralmente dall’istituto centrale a 1,20. Un evento traumatico, che portò la valuta ad apprezzarsi istantaneamente fino a un terzo.
Proprio il “super franco” ha consentito in tutti questi anni alla Svizzera di avere livelli d’inflazione molto bassi, se non di flirtare proprio con la deflazione contro cui a lungo ha dovuto fissare tassi negativi. Una prospettiva che torna a materializzarsi alla luce degli ultimi dati macro. Anche perché esistono grosse incognite relative alla politica dei dazi americani. Essendo l’economia alpina votata alle esportazioni, l’innalzamento delle barriere tariffarie comporterebbe per essa un contraccolpo per la crescita, a detrimento ulteriore dei prezzi al consumo.
Tassi Svizzera e fattore Europa
Nel decidere sui tassi, però, oggi la Banca Nazionale Svizzera dovrà fare i conti anche con l’annunciato riarmo europeo. Il franco ha ceduto contro l’euro proprio da quando in Germania i due partiti che faranno parte della Grosse Koalition hanno concordato un “bazooka” da 1.000 miliardi di euro in deficit entro 10 anni. L’esplosione dei rendimenti tedeschi ed europei che ne è seguita, ha ridotto l’appeal del franco svizzero come porto sicuro, tra l’altro riflettendo migliorate prospettive di crescita per l’Eurozona.