La Banca Nazionale Svizzera ieri ha annunciato le sue decisioni sui tassi di interesse qualche ora prima della Banca Centrale Europea (BCE). E ha sorpreso mercati e analisti con il taglio dello 0,50%. Le attese erano per una riduzione dello 0,25%. Il costo del denaro nel paese alpino scende ai livelli minimi da due anni. E subito il franco svizzero ha lasciato sul terreno mezzo punto percentuale contro l’euro.
Inflazione elvetica molto bassa
Il nuovo governatore Martin Schlegel ha giustificato il provvedimento con le previsioni calanti sull’inflazione.
Per questa ragione, la Banca Nazionale Svizzera intravede i tassi guida mediamente allo 0,50% per il triennio 2024-2026. Nel comunicato, ha espressamente indicato che l’inflazione sarebbe risultata in prospettiva ancora più bassa in assenza del taglio annunciato ieri. E ha ribadito che si tiene pronta a intervenire sul mercato dei cambi all’occorrenza.
Decisione di Berna giova alla BCE
Se vogliamo, la decisione svizzera sui tassi è stato un regalo di Natale alla BCE. Consolida la fiducia di Francoforte circa i prossimi passi da compiere in politica monetaria. Anche se Berna non è Atlanta, la prospettiva di un franco un po’ più debole con l’euro giova a placare i timori sui rialzi dei prezzi al consumo nell’Eurozona per i prossimi mesi. Sempre che le cose andranno proprio così. Ad agosto, stando al Big Mac Index, il cambio elvetico risultava sopravvalutato di oltre il 40% rispetto alla moneta unica. Per quanto l’indice sia in sé poco scientifico, grosso modo denota la situazione reale presso le varie economie mondiali.
Tassi in Svizzera giù contro super franco
Il “super” franco ha fatto comodo alla Svizzera negli anni passati per arginare il rischio di inflazione. In effetti, la Svizzera non ha avuto bisogno di alzare più di tanto i tassi. L’apice fu toccato un anno fa all’1,50%. D’altronde, nell’estate dell’anno prima il picco per l’inflazione era stato del 3,5%, tre volte inferiore a quello registrato nell’Eurozona. Con il taglio di ieri Schlegel spera che il franco s’indebolisca un po’ e ciò eviti perlomeno all’economia domestica di importare deflazione dall’estero. Se le altre banche centrali, tuttavia, dovessero continuare a tagliare i tassi, la mossa elvetica risulterà complessivamente neutralizzata. L’attenzione sarà tutta sulle prossime misure di Francoforte, la cui politica monetaria incide sul principale mercato di sbocco per le merci alpine.