In questi giorni si è fatto un gran parlare della chiusura di Google Reader, del cimitero dei servizi chiusi da Big G e delle alternative a cui appoggiarsi. Elaborato già il lutto del lettore feed atom e RSS, non possiamo non versare una lacrimuccia nostalgica anche per un altro servizio web, con cui sicuramente molti di noi hanno imparato a navigare. Stiamo parlando di AltaVista, il motore di ricerca che Yahoo! spegnerà definitivamente l’8 luglio.     Il mercato entrate-uscite di Yahoo!   La chiusura di AltaVista fa parte di quell’opera di repulisti che la nuova Ceo di Yahoo! Marissa Mayer sta effettuando allo scopo di eliminare i servizi più inutili della società californiana.

Provenendo da Google (peraltro esperta nello stilare i necrologi dei suoi servizi), la Mayer ha effettuato un “web-mercato” puntato sull’efficienza piuttosto che sulla quantità, optando per una decisa riduzione dei costi e per l’acquisizione dei cosiddetti “pezzi da novanta”.   Alla chiusura di AltaVista, infatti si devono aggiungere quelle di Yahoo! Axis, Yahoo! Browser Plus, Yahoo! WebPlayer, Citizen Sports, Yahoo! RSS Alerts, Yahoo! Downloads Beta, Yahoo! Neighbors Beta, FoxyTunes, Yahoo! Local API e Yahoo! Term Extraction API e Yahoo! Starts India (che diventerà Yahoo! India OMG). I lucchetti verranno messe nell’arco del trimestre 28 giugno-28 settembre 2013.   Alcuni servizi, come Citizen Sports, verranno sostituiti da altri, molti dei quali ancora in via definizione. Tuttavia, il web-mercato di Yahoo! non si è limitato solo alle uscite, viste le recenti acquisizioni di Astrid, Summly e, soprattutto, Tumblr.     In ricordo di AltaVista   Di tutti questi movimenti, al momento, la cosa che ci preme più sottolineare è quel 12esimo addio targato Yahoo! che corrisponde al nome di AltaVista e che chiuderà i battenti l’8 luglio 2013: insomma, chi di noi non ricorda lo stupore con cui ci avvicinavamo a scoprire un nuovo modo di recepire informazioni? Dalla metà degli anni Novanta in poi, AltaVista, ideato dalla Digital Equipment Corporation, conquistò ben 25 milioni di utenti in un solo anno, superando altri motori di ricerca “storici” come Lycos ed Excite.
  Tuttavia gli investimenti su AltaVista furono sempre piuttosto timidi e quando emerse Google le differenze tra i due motori di ricerca divennero ben presto esorbitanti. Effettivamente la storia di AltaVista fu piuttosto travagliata: nato alla fine del 1995, nel 1996 diventò il motore di ricerca ufficiale di Yahoo!, che poi lo sostituì con Google, nel 1998 venne rilevato da Compaq diventando un portale a tutti gli effetti, nel 2002 fu protagonista di un breve rilancio grazie a Babel Fish, presto surclassato dal servizio traduzioni di Google, prima di essere acquistato di nuovo da Yahoo! nel 2003.     AltaVista “padre” di Google   AltaVista è stato il precurorse di Google a tutti gli effetti: basta dare un’occhiata alla sua struttura e al crawler che lo caratterizzava, ovvero quello che oggi è meglio noto come lo spider di Google. Big G prese spunto da AltaVista anche sotto l’aspetto estetico, puntando decisamente su un’estetica minimalista. Senza contare poi le diverse funzionalità finalizzate alla ricerca di informazioni e certe somiglianze perfino con l’algoritmo.     Non solo AltaVista: i vecchi motori di ricerca che ricordiamo con affetto   Insomma, la Storia dei motori di ricerca continua a ridisegnarsi e, d’altronde, non potrebbe essere altrimenti: da Excite, nato dalla rilevazione di Magellan e WebCrawler (il primo motore di ricerca che prevedeva l’indicizzazione delle pagine web) a Lycos, chiuso in Italia nel 2009 e attualmente operante in una decina di Paesi tra cui gli Stati Uniti, da HotBot, uno dei motori di ricerca più popolari negli anni Novanta, all’italiano Arianna, che perse la sua autonomia nel 2003, fino alla recente chiusura di AltaVista.
[fumettoforumright]Tutti nomi che non possiamo non ricordare con nostalgia, rimembrando le nostre prime esperienze con il web. Tutti nomi che sono già Storia. E che un giorno ricorderemo come oggi ricordiamo con il cuore stretto le pubblicità della Barilla, la vecchia Cinquecento o i dischi in vinile.