Già da tempo si parlava di una possibile soluzione del genere, ed ora pare essere confermata dai fatti. Arriva Dragonfly, il nome in codice della versione cinese di Google, censurata dal governo.

Google censurato, nessun problema

Non si perde d’animo Big G, se il problema è la censura, allora l’azienda di Mountain View fa da sé e crea da sola il nuovo motore di ricerca per rispettare i canoni del governo cinese. Ecco quindi il progetto Dragonfly, e il riferimento al dragone rosso non è affatto casuale.

 Al bando dunque parte dei contenuti che fanno riferimento a diritti umani, democrazia, religione, sesso, anticomunismo e proteste. Un motore ad hoc per le ricerche controllate per tenere buono il governo cinese. Il progetto sarebbe stato messo in campo nella primavera dello scorso anno e appare già avviato verso la buona strada.

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Non solo motore di ricerca, ma anche applicazioni per smartphone, naturalmente Android. Il team di Big G, secondo quanto riportato dal sito The Intercept il quale informa di aver visionato i documenti del progetto che vede appunto protagonisti Google e alcuni rappresentanti del governo cinese. Insomma, gli sviluppatori sarebbero già al lavoro su applicazioni da destinare ai dispositivi Android al momento denominate Maotai e Longfei, strutturate in modo da escludere dalle SERP tutti quei risultati non graditi al presidente Xi Jinping.

Ricordiamo che attualmente in Cina vige il Great Firewall, una sorta di adblock che in pratica vieta alle ricerche effettuate dagli utenti di confluire nelle pagine di Google che non sono gradite al governo. Sono ormai 10 anni che tale blocco è in vigore e con questa mossa Big G potrà tornare finalmente anche in Cina, poco importa se il prezzo da pagare sarà la libera informazione di cui si era fatto portavoce.

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