C’è da stare sempre attenti con il mondo del web, ed anche WhatsApp non fa eccezione. La truffa è sempre dietro l’angolo con la chat in verde, chi conosce il mondo della famosa applicazione messaggistica sa bene che ogni giorno possono spuntare messaggi tutt’altro che veritieri, che nella maggior parte dei casi si trasformano in innocue catene di sant’Antonio, ma alcune volte diventano delle bufale pericolose.

Nuova truffa WhatsApp, l’avviso della Polizia Postale

Ecco dunque spuntare, inesorabile e puntuale, una nuova bufala sulla chat verde, stavolta inerente la tariffa annuale che inizialmente ci veniva accreditata per il servizio della app e che con il tempo è sparita.

Il messaggio recita il seguente testo: “Attenzione! Il tuo account Whatsapp Messenger è scaduto. La registrazione non e stata rinnovata scade entro 24 ore, per rinnovare il tuo Whatsapp Messenger 0,99 euro, grazie a seguire il link di rinnovo [Verifica]. Rinnova il tuo Whatsapp Messenger. Si prega di rinnovare il più presto possibile per evitare la perdita di tutti i media (immagini, video, storico,…).” 

Insomma, siamo alle solite. Come sapete, tale somma era prevista effettivamente tempo fa, ma nel 2016 è stata poi abolita, con comunicato ufficiale di Jan Koum, fondatore della chat per smartphone più popolare del mondo, il quale annunciò che la app sarebbe diventata per sempre gratuita. Stiamo quindi alla larga da certi messaggi bufala, come comunicato anche dalla Polizia Postale. Infatti, l’account del Commissariato di Polizia Statale Online su Facebook ha avvertito gli utenti della truffa che corre tra i messaggi di WhatsApp, raccomandando di non aprire il link presente nel testo.

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WhatsApp bloccato, il furore della Cina colpisce ancora

Non ce ne vogliano i fans Bruce Lee se usiamo un suo famoso titolo ad effetto per introdurre invece un argomento di censura che con la sua filosofia marziale poco ha a che fare.

Sta facendo il giro del web la notizia del blocco di WhatsApp in Cina. Ebbene sì, dopo Facebook (bloccato nel 2009), anche l’altra azienda di Zuckenberg riceve lo stesso trattamento dal governo cinese. La decisione, quando ormai manca poco alla 19esima riunione del Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, non è passata certo inosservata nel resto del mondo.

Ricordiamo che WhatsApp usa un sistema crittografico che non permette agli organi di controllo di decifrare e supervisionare i messaggi inviati tra gli utenti, cosa che invece consente un’altra app di messaggistica, WeChat, che infatti è in uso tranquillamente in Cina. Nei giorni scorsi gli utenti avevano notato un forte rallentamento dell’invio di foto e video, poi il blocco definitivo che ne decreta la chiusura. Vedremo se in futuro le cose cambieranno, ma il precedente di Facebook, rimasto oscurato nel paese da ormai quasi dieci anni, non fa certo ben sperare.

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