Telecom Italia: nuovo bond al 7% per finanziare Tim Brasil
La compagnia telefonica italiana lancia un nuovo prestito obbligazionario da 750 milioni a cinque anni per sostenere l’aumento di capitale della controllata sudamericana, ma anche per garantire un maggiore dividendo ai soci nel 2011. Stenta ancora a decollare lo sviluppo della fibra ottica in Italia
Telecom Italia torna sul mercato dei capitali. La compagnia telefonica italiana ha appena collocato una nuova obbligazione senior al prezzo di 99,40, riservata a investitori istituzionali (lotto minimo 100 mila euro, Isin: XS0693940511), per un ammontare di 750 milioni di euro offrendo un rendimento a scadenza del 7,15% fino al 2017 (vedi Telecom Italia: collocato prestito obbligazionario da 750 mln di euro). Un successo che va oltre le più rosse previsioni della vigilia – commentano gli operatori – poiché per Telecom si trattava inizialmente di raccogliere 500 milioni, ma poi la forte domanda pervenuta, per lo più dall’estero, ha fatto lievitare l’offerta di un ulteriore 25%.
Secondo fonti di agenzia, gli oltre 4 miliardi di domanda complessiva del bond sono arrivati da circa 400 investitori, francesi e britannici per circa un 50% complessivo, tedeschi per il 17% e nazionali per il 9%. “L’operazione – spiega in una nota la società – rappresenta la prima emissione di un emittente corporate del Sud Europa da inizio luglio 2011. L’ottima qualità del book di ordini conferma il favore della comunità finanziaria europea verso il credito Telecom Italia, nonostante la visione negativa di alcune agenzie di rating (la cui credibilità è ormai a livelli minimi dopo i fatti di Lehman Brothers), e ha permesso di prezzare l’emissione con un rendimento inferiore rispetto alla guidance inizialmente annunciata”. Ufficialmente l’emissione rientra nel programma di rifinanziamento del debito del gruppo telefonico italiano, ma di fatto il management con questa emissione ha voluto coprire l’esborso per l’appena concluso aumento di capitale di Tim Brasil, seconda compagnia telefonica del paese sudamericano controllata da Telecom, per un controvalore di competenza che ammonta a 465 milioni di euro. Una ricapitalizzazione che, fra le altre cose, ha riscontrato un successo straordinario – come riferito dal Ad Marco Patuano – perché avvenuto in condizioni di mercato veramente difficili e durante la più grande tempesta finanziaria degli ultimi decenni.
I mezzi freschi serviranno per potenziare Tim Brasil focalizzando nuovi investimenti nella fibra ottica soprattutto a Rio de Janeiro e San Paolo.
VERSO UN AUMENTO DEL DIVIDENDO TELECOM 2011 – Fra gli analisti, tuttavia, c’è anche chi fa osservare che l’operazione si è resa necessaria per compensare l’eccessivo esborso sostenuto per l’aggiudicazione delle frequenze di quarta generazione (4G) che, per Telecom Italia, hanno comportato lo stacco di un assegno da 1,26 miliardi di euro al Ministero dello Sviluppo Economico. Soldi che verranno versati anticipatamente per l’utilizzo di frequenze che però saranno rese disponibili non prima di 12-15 mesi, essendo ancora occupate dalle reti televisive (che stanno gradualmente transitando al digitale terrestre) e che potrebbero mancare all’appello alla chiusura dell’esercizio 2011. Nello specifico, alcuni giorni fa, le agenzie di rating avevano messo sotto osservazione con outlook negativo il debito del colosso telefonico nazionale (vedi Rating Telecom Italia) facendo notare che, a causa della eccessiva spesa per accaparrarsi le frequenze 4G e per sostenere l’aumento di capitale di Tim Brasil, restava in dubbio la possibilità di distribuire un dividendo 2011 maggiorato del 15% rispetto al 2010, come preannunciato da Bernabé la scorsa primavera. Ma con questa operazione di rifinanziamento da 750 milioni, il presidente della compagnia telefonica ha voluto fugare ogni dubbio sulle possibilità di Telecom di rispettare quanto promesso ai soci e presentarsi al prossimo appuntamento del 10 Novembre con conti trimestrali in linea con le aspettative e con un livello di liquidità superiore ai 5 miliardi di euro per far fronte agli impegni industriali e finanziari illustrati sei mesi fa agli azionisti. Questo anche in funzione dell’operazione di buy back che la società sta conducendo sulle azioni di risparmio, allo scopo di ridurre il capitale circolante e senza diritto di voto, che ai valori attuali renderebbero più del 10% se verranno confermate le promesse fatte dal management
LA FIBRA OTTICA NON PARTE ANCORA – In ultimo, fra le varie ipotesi che circolano fra gli analisti a sostegno del lancio del nuovo bond, c’è anche quella che Telecom Italia abbia voluto raccogliere ulteriori soldi freschi per dare vita a un progetto indipendente di potenziamento della rete in fibra ottica.
Tutto scaturirebbe dal fatto che il 50% del surplus derivante dall’asta delle frequenza 4G (conclusasi con 3,9 miliardi di incassi), circa 770 milioni di euro, doveva essere assegnato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’espansione della rete in fibra ottica su scala nazionale. Con quei soldi, in pratica, si cablerebbe il cosi detto “ultimo miglio” con banda larga. Di fatto però, il ministro Tremonti, attraverso la legge di stabilità, che dovrà essere approvata a breve dal parlamento, pare abbia deciso di destinare quei soldi al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e all’istruzione. Uno schiaffo in faccia, sia alle compagnie telefoniche cha hanno pagato a caro prezzo la partecipazione all’asta, sia allo sviluppo e alla diffusione di internet in Italia, paese già abbastanza arretrato rispetto agli altri stati europei per la penetrazione dell’Adsl sul territorio. Non vi sarebbe quindi dubbio che la decisione di Tremonti abbia fatto perdere le staffe anche ai soci spagnoli di Telecom Italia, intenzionati d’ora in avanti a fare per conto proprio. Da qui, il lancio del bond da 750 milioni e la messa in cantiere da parte di Bernabé di possibili alleanze strategiche con partner commerciali specializzati nella cablatura delle città italiane con fibra ottica, come Metroweb, la cui collaborazione in passato si è dimostrata efficiente per l’area metropolitana milanese.