Coppie in crisi, tentazioni, falò, spiaggia, tatuaggi (tanti) e corna. Anche quest’anno Temptation Island incolla agli schermi milioni di telespettatori in piena estate. Un successo per il programma prodotto da Maria De Filippi e condotto da Filippo Bisciglia, che ha spinto Piersilvio Berlusconi a pensare il bis, con un’edizione anche in autunno/inverno. La notizia di questi giorni è che ha stracciato negli ascolti Noos, programma di divulgazione scientifica condotto da Alberto Angela. Rai Uno si è dovuta accontentare dell’11-12% contro il 31-32% della concorrenza su Canale 5.
Stravince Temptation Island: trash svetta sulla cultura?
Sui social si è scatenato l’inferno. “Meritiamo l’estinzione” è uno dei messaggi più sentiti tra gli utenti. Il trash che vince contro la cultura non è certo una novità nel nostro Paese. Correva l’anno 2001 e un inviperito Alessandro Cecchi Paone faceva una sceneggiata sul palco de I Telegatti quando scopriva che la sua Macchina del Tempo avesse perso contro la prima edizione de Il Grande Fratello. Non avrebbe immaginato, forse, che anni dopo avrebbe partecipato come concorrente ai reality show.
Italia divisa tra Alberto Angela e reality
L’Italia già fisicamente o con la testa in vacanza si divide. “E’ una vergogna che la Rai chiuda il programma di Alberto Angela, il canone che lo paghiamo a fare?”. L’altra Italia replica quasi divertita: “è estate, c’è voglia di leggerezza. Chi vi dice che chi guarda Temptation Island sia un ignorante?”.
Come sempre, ragioni e torti non si possono tagliare con l’accetta. Partiamo da una constatazione fin troppo banale: ogni programma deve essere mandato in onda nell’orario, nel giorno e nel periodo dell’anno più giusto.
Flop Rai sui tempi
In piena estate è più difficile che certi programmi vadano bene. La gente è in vacanza, ha orari differenti rispetto alla stagione invernale e, soprattutto, vuole svagare mentalmente dopo un anno di sacrifici. Non c’è nulla di sbagliato o per cui chiedere scusa seguire in scia a questa voglia di leggerezza programmi come Temptation Island. Non sta a nessuno di noi di appiccicare etichette sul vicino di casa, l’amico o il parente che lo segue. Anzi, c’è parecchia ipocrisia sul tema. Se tutti negano di guardare i reality, com’è possibile che facciano così tanti ascolti?
Ciò detto, ci sono almeno altri due temi di dibattito che emergono da questo fatto. Il primo è che la Rai insegue gli ascolti anche per quanto riguarda la sua offerta di servizio pubblico. In sé non sbagliato, ma vale la pena chiedersi se il canone abbia ancora senso. A favore della tv di stato bisogna ricordare che si tratta semplicemente di spostare Alberto Angela di poche settimane, non di sospenderlo in via definitiva. In sostanza, Viale Mazzini ritiene che Noos meriti ascolti ben maggiori a quelli riscossi nelle puntate di luglio. D’altra parte, non sarebbe compito del servizio pubblico garantire certi standard lungo tutto l’anno? Se anche la cultura va in vacanza sulle reti Rai, qual è il senso del canone?
Il problema non è Temptation Island
Infine, una constatazione antipatica. Le abbiamo viste le produzioni straniere? Hbo, Netflix, Prime, solo per rimanere tra le principali, riescono a sfornare contenuti appetibili a un grande pubblico.