Ci eravamo tanto amati, ma anche no. Matteo Renzi e Carlo Calenda si separano prima ancora di sposarsi. Il Terzo Polo non s’ha da fare, anche perché era nato lessicalmente sbagliato. Alle elezioni politiche del settembre scorso era arrivato quarto tra le coalizioni in campo e il suo posizionamento nei sondaggi e nelle amministrative non è da allora migliorato. Anzi, in Friuli-Venezia-Giulia due domeniche fa è finito persino dietro una lista civica di no-vax.
Che le cose non andassero bene nel Terzo Polo, lo si era intuito dal defilarsi dell’ex premier nelle apparizioni pubbliche e in campagna elettorale.
Terzo Polo schiacciato tra Schlein e Meloni
I due non si sono mai sopportati. Misero insieme le loro forze per superare la soglia di sbarramento alle politiche. Obiettivo pienamente raggiunto, anche se il risultato parve sin da subito poco incoraggiante. Eppure l’arrivo inatteso di Elly Schlein alla segreteria del Partito Democratico aveva riacceso la speranza. Ci si aspettava e aspetta tuttora voti e dirigenti in libera uscita dal Nazareno, contrariati dallo spostamento a sinistra della linea programmatica. Ad oggi, non è accaduto.
Cinicamente parlando, anche l’aggravarsi delle condizioni di salute di Silvio Berlusconi deporrebbe a favore del Terzo Polo quale magnete per attrarre consensi e parlamentari di Forza Italia. Ma i rumors vanno in direzione opposta.
Europee test complicato per Calenda
I riferimenti internazionali del Terzo Polo non hanno di certo giovato. Emmanuel Macron è sempre stato molto impopolare in Italia, non fosse che per il fatto, in primis, di essere francese. E Calenda non è certo il rappresentante sulla Terra della simpatia. Per il governo Meloni, la dissoluzione dei centristi può diventare una buona notizia. Tra loro alcuni parlamentari potrebbero passare con la maggioranza, pur informalmente. Più difficile che riesca ad attirarli Schlein. Ieri, un’interessante intervista realizzata da Il Foglio all’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini. Pur candidato ufficialmente dal PD, è considerato vicino proprio al Terzo Polo e ha dichiarato che l’erede di Berlusconi nel centro-destra è Meloni. Un modo sottile per avvisare i centristi che non ci sarebbe trippa per gatti.
Sono tutti segnali di un disfacimento iniziato, a dire il vero, all’indomani delle elezioni politiche. Il Terzo Polo avrebbe voluto rappresentare i ceti produttivi del Nord Italia. Proprio in quelle aree, tuttavia, c’è stato il flop in tutte le amministrative recenti. E così, Renzi sembra proprio essere temporaneamente uscito di scena per restare sul palcoscenico, ma in qualità di osservatore e commentatore. Lasciato solo, per Calenda sarà dura gestire le sue sparute truppe in Parlamento e riuscire a salvaguardare i consensi in vista delle elezioni europee tra un anno. Forse è ciò a cui punta Renzi, a riprendersi la scena quando tutto sembrerà perduto.