Tesla, inizio 2020 difficile: tra declassamento Morgan Stanley e crollo vendite in California

Per Morgan Stanley, Tesla è il terzo principale titolo da non avere nel proprio portafoglio di azioni.
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5 anni fa
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Prime settimane del nuovo anno difficili per Tesla. La casa automobilistica statunitense deve fare i conti con il declassamento a sell decretato dalla popolare banca d’affari Morgan Stanley e il crollo delle vendite in California, uno degli Stati americani più sensibili al tema ambientale. Sono inoltre in aumento i cosiddetti short-seller, coloro che scommettono contro l’azienda di Elon Musk, il visionario CEO sudafricano.

La bocciatura di Morgan Stanley

Per Morgan Stanley, Tesla è il terzo principale titolo da non avere nel proprio portafoglio di azioni.

Di fatto, la banca d’affari statunitense sta consigliando di vendere le proprie azioni di Tesla. Il grafico del risk-reward formulato da Morgan Stanley pone Tesla all’angolo: il rapporto tra rischio di perdita e probabilità di guadagno non è in linea né con i numeri né con le prospettive operative. Un altro grafico motiva la scelta operata da Morgan Stanley, quello relativo ai multipli di utile per azione: 20.2x di ratio attuale associato a Tesla, sotto quota 2.5x tutte le altre principali case automobilistiche a livello internazionale. In che modo Tesla può ottenere una crescita simile? Da par suo, la banca d’affari ha già dato una propria personale risposta.

Vendite a picco in California

Crollano le vendite di Tesla in California nel quarto trimestre 2019. La casa statunitense ha venduto poco più di 13 mila modelli, rispetto alle 25 mila unità dell’anno precedente nello stesso periodo. Dimezzate anche le vendite di Model 3, scese a poco meno di 10.700 esemplari. Tesla sembra soffrire in particolare la fine degli incentivi fiscali promossi dal governo statunitense per l’acquisto di auto elettriche: se nel 2018 chi decideva di comprare un veicolo green poteva contare su un incentivo pari a 7.500 dollari, a inizio 2019 tale valore è crollato a 3.750, per poi scendere ulteriormente a 1.875 dollari nel mese di luglio.

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