Sul dossier pensioni il Governo Draghi sta valutando la possibilità di introdurre il Testo Unico della Previdenza.
A partire dal 2020 si dovrà dire definitivamente addio a Quota 100, per questo il nuovo Esecutivo non può permettersi di perdere tempo.
Intanto, circolano voci sulle possibili nuove misure di previdenza in sostituzione di Quota 100 che di altre misure come Opzione Donna o l’Ape Sociale.
Si inizia a parlare della possibile introduzione del Testo Unico sulla Previdenza, unico contenitore in cui dovrebbero entrare le nuove misure della riforma previdenziale.
Testo Unico della Previdenza: i possibili interventi
Il Testo Unico della Previdenza riguarderà la previdenza obbligatoria con l’introduzione anche di una pensione di garanzia per chi non potrà più contare su integrazioni al minimo, ma anche la previdenza complementare (secondo pilastro) con l’adeguamento dei trattamenti fiscali, che ad oggi non hanno permesso alla previdenza complementare di avere il successo auspicato.
La pensione di garanzia è un intervento che consente di alleviare il rischio di future pensioni limitate per i c.d. contributivi “puri”.
L’obiettivo è quello di introdurre un nuovo “minimo” pensionistico a cui hanno diritto tutte le persone quando l’assegno previdenziale sarà inferiore ad una certa soglia tutelando i pensionati più poveri.
Quota 100: quali sono le misure che potrebbero esserci?
Per sostituire Quota 100 si pensa ad aumentare l’età minima di uscita portandola dai 62 anni ai 64, in quella che stanno ribattezzando come Quota 102.
La pensione all’età di 64 anni con 38 anni di contributi è una misura che ridurrebbe lo scalone di 5 anni portandolo solo a 2 (da 62 a 64 anni), ma che potrebbe essere meno favorevole di Quota 100.
“Per un Italia più giusta. Allo scadere di Quota 100, introduciamo Quota 92 (30 anni di contributi e 62 d’età) che aiuti donne e lavoratori impegnati in lavori usuranti. Diamo maggiori garanzie ai giovani. Anche così si esce dalla crisi”,
ha sottolineato il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio.
Pensioni 2021: Ape Sociale sarà prorogata?
Per l’anno prossimo ci sarà la proroga dell’Ape Sociale, che consente a determinate categorie di lavoratori fragili (disoccupati, caregivers, addetti a mansioni gravose, invalidi) di ottenere un assegno fino a 1.500 euro al mese dal compimento dei 63 anni d’età.
Pensioni 2021: proroga Opzioni Donna
Quasi certa anche la proroga per tutto il 2021 di Opzione Donna, la modalità di prepensionamento che consente alle lavoratrici di lasciare a 58 anni d’età (59 se lavoratrici autonome) con 35 anni di contributi, ma in cambio di un assegno di importo più basso.