Via libera al tfr anticipato per gli statali: con la firma del ministro Bongiorno le disposizioni del decreto legge quota 100 diventano ufficiali. Nella misura saranno coinvolti 400 mila dipendenti statali: ai circa 150 mila che maturano i requisiti per la pensione nel 2019 con le regole ordinarie, se ne aggiungono altri 250 mila che invece hanno lasciato il lavoro o si apprestano a farlo tramite Quota 100.
La misura permette di farsi anticipare fino a 45 mila euro. In merito alle modalità di erogazione è stato raggiunto l’accordo tra Abi e Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell’Economia e delle finanze e per la Pubblica amministrazione.
Pensione statali: come fare domanda per il tfs anticipato e tempi
Il lavoratore statale, presa visione dell’elenco degli istituti di credito convenzionati disponibile sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica, potrà rivolgersi direttamente ad una delle banche che aderiscono all’accordo quadro Abi. Verificati i requisiti, l’erogazione avverrà entro quindici giorni.
Ad ogni modo il Dpcm fissa come termine massimo 75 giorni. A questi vanno aggiunti i tempi di presentazione da parte dell’interessato della domanda di anticipazione all’istituto scelto e quelli per la fase di istruttoria interna.
Il tfs anticipato è in sostanza oggetto di un contratto di finanziamento: la restituzione delle somme viene effettuata direttamente dall’ente erogatore del Tfr/ Tfs alla banca. L’interessato può anche decidere, con oneri a proprio carico, di procedere direttamente ad un’estinzione anticipata (totale o parziale) del finanziamento.
Alcune indiscrezioni sulle condizioni sono già emerse.
Ci si attende un tasso di interesse più conveniente rispetto a quello attualmente previsto dagli istituti di credito che oggi danno la possibilità ai dipendenti pubblici di accedere a forme di finanziamento per l’anticipo del TFR/TFS, spesso senza limiti di importo.
Il tasso di interesse annuo applicato a carico del soggetto finanziato dall’anticipo del TFS/TFR, inclusivo di ogni eventuale onere, non potrà superare il limite massimo del valore dell’indice generale del Rendistato, pubblicato con cadenza mensile dalla Banca d’Italia, maggiorato di 30 centesimi.
Il finanziamento previsto dal DCPM dovrà inoltre essere esente da imposta di registro e di bollo, e da ogni altra imposta indiretta o da ogni altro tributo o diritto.