Lavoratore deceduto, ecco cosa spetta alla moglie e perché il datore di lavoro non può opporsi

Anche il Trattamento di fine rapporto è un diritto che passa dal defunto agli eredi così come qualsiasi altro diritto maturato e non ancora riscosso.
2 anni fa
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pignoramneto del Tfr
Foto: Web

Alla morte di un lavoratore gli eredi hanno diritto a percepire alcune indennità oltre che a editare i beni del defunto. L’indennità di cui parliamo è, per esempio, la pensione indiretta che spetta al coniuge e, in alcuni casi, ad altri familiari. L’eredità invece riguarda tutti i beni lasciati dal defunto ai suoi superstiti. L’eredità però comprende anche beni non ancora materialmente in mano al lavoratore deceduto. Anche il diritto acquisito da un lavoratore diventa un diritto acquisito dagli eredi.

E tra questi per esempio c’è la liquidazione o, meglio, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

“Gentili esperti, mi chiamo Angela e sono rimasta vedova da pochi mesi. Mio marito, un grande lavoratore, era da oltre 30 anni in servizio presso un’azienda privata. Sto iniziando, dopo aver superato il trauma della grave perdita, a espletare tutte le pratiche successive alla morte di mio marito. Naturalmente la successione, il cambio delle utenze di luce e gas che erano a lui intestate, ma anche alla chiusura dei conti col suo vecchio datore di lavoro. Infatti credo di aver diritto alla liquidazione che mio marito aveva maturato dopo tanti anni di lavoro con la stessa azienda. Parlo naturalmente del TFR. Mi sono fatta fare i conti da un consulente del lavoro che mi ha detto che devo prendere circa 40.000 euro di liquidazione di mio marito. Ho parlato col commercialista del datore di lavoro e mi ha detto che l’azienda è in crisi è che i soldi per questo TFR non ne ha. In pratica mi stanno negando un mio diritto è vero? Ho davvero diritto al TFR e se sì, come posso fare?”

Anche il TFR va agli eredi e il datore di lavoro è obbligato

Tfr veloce

Un lavoratore dipendente, durante tutti i mesi di lavoro presso una stessa azienda, accantona una parte del suo stipendio per la cosiddetta “indennità di buonuscita”.

Il totale accantonato è una somma che il lavoratore dipendente, in genere, dovrebbe percepire nel momento in cui si interrompe un rapporto di lavoro con una azienda o con un qualsiasi datore di lavoro . Alla fine del rapporto di lavoro e in base alle regole stabilite dalla normativa vigente, il dipendente ha diritto ad essere liquidato al netto di eventuali anticipi TFR percepiti e richiesti dallo stesso lavoratore. Tutto quanto è rimasto accantonato come buonuscita deve essere liquidato obbligatoriamente al lavoratore dipendente, anche in due o più rate (i dettami normativi sono facilmente reperibili), ma sempre liquidato. E nel caso in cui questo non c’è più, cioè nei casi di decesso prematuro del lavoratore dipendente, sono gli eredi a subentrare a questo diritto. Da questo punto di vista la normativa è chiara e prevede che l’obbligo di liquidazione del TFR non decade se il lavoratore dipendente muore, ma si trasferisce in capo a chi gli è superstite. E, in genere, al coniuge superstite.

Gli obblighi del datore di lavoro vanno oltre la liquidazione del TFR

La nostra lettrice quindi a pieno titolo deve recuperare il TFR del marito e il datore di lavoro non può evitarlo né negarlo come pare stia facendo. Nel caso in cui non voglia versarlo, che sia per una problematica temporanea o perché proprio non ne vuole sapere di pagare la somma agli eredi, poco cambia. Gli eredi hanno diritto ad adire le vie legali per tutelare ciò che la legge stabilisce sia loro. La morte di un lavoratore dipendente può essere considerata, di fronte al Trattamento di fine rapporto, come una interruzione del rapporto di lavoro per causa di forza maggiore. E, a prescindere dalla causa che ha fatto interrompere il rapporto di lavoro, la legge prevede l’avvio di una serie di attività da parte del datore di lavoro.

E che deve espletare, a iniziare dalla comunicazione al Centro per l’impiego dell’interruzione del rapporto di lavoro.

Cosa spetta agli eredi e perché

Tutti gli elementi del rapporto di lavoro che sono rimasti appesi per via della prematura scomparsa del dipendente, devono essere liquidati agli eredi. In mancanza di accordo tra gli stessi, circa la liquidazione di queste somme, sarà il giudice a provvedere alla ripartizione. Nel caso della nostra lettrice immaginiamo che sia l’unica erede e quindi l’unica che a pieno titolo deve ottenere quando spettante. Gli aventi diritto sono sempre gli stessi e cioè il coniuge, i figli ed, eventualmente, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.

Come richiedere il TFR come erede

Per ottenere la liquidazione del TFR come erede, la nostra lettrice deve produrne richiesta al datore di lavoro. E deve farlo presentando lo stato di famiglia storico alla data del decesso. Un documento in cui si evince che con il defunto viveva proprio il coniuge. Serve naturalmente anche il certificato di morte. Se non c’è testamento, basta un’autocertificazione del coniuge. Purché si indichi l’asse ereditario del defunto. E con eventualmente l’attestazione della convivenza nel caso in cui siano parenti o affini come prima indicati, i potenziali beneficiari.

 

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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