Novità in arrivo per l’accantonamento del trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici. L’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha convocato i sindacati per discutere della nuova destinazione del TFS.
Più precisamente si discuterà dell’introduzione della regola del “silenzio-assenso” per i nuovi assunti della pubblica amministrazione riguardo la destinazione della quota di TFS al fondo Perseo-Sirio. Cioè si ribalterà la possibilità di decidere come destinare la quota di trattamento.
TFS e previdenza integrativa
Al momento, l’adesione al fondo complementare Perseo-Sirio avviene solo su richiesta esplicita del lavoratore.
Di qui l’esigenza di cambiare le regole per fare in modo che il fondo complementare Perseo-Sirio possa raccogliere maggiori introiti. Per i nuovi assunti, infatti, si profilerebbe la possibilità di scegliere se destinare il TFS al fondo, non più mediante adesione esplicita, ma attraverso il meccanismo del silenzio-assenso. In altre parole, se non si comunica nulla, automaticamente il datore di lavoro destinerà il TFS al Fondo Perseo-Sirio. Non solo, il rinnovo sarà automatico. In pratica, il dipendente, se vorrà mantenere il TFS presso l’Inps, dovrà ogni anno comunicare questa sua volontà.
Il silenzio assenso
La novità è destinata a sollevare non poche polemiche fra i dipendenti pubblici. In questo modo, infatti, si limita la libertà di scelta di come e quanto gestire la previdenza integrativa. Vincolando gli statali al silenzio-assenso, osservano gli esperti di diritto, si costringe il dipendente ad agire in un certo senso prestabilito.
La pratica è palesemente scorretta ed evidenzia tutta la preoccupazione per i gestori del fondo complementare che temono un rallentamento delle iscrizioni. Adesioni che finora, in linea generale fra i lavoratori privati, si sono mantenute elevate con una crescita media del 4,5%, ma che si pensa possano rallentare in previsione di un calo dei rendimenti dei fondi negoziali.
In particolare i fondi pensione complementari, di cui fa parte anche il fondo Perseo Sirio, hanno registrato nel 2019 ben 159.000 posizioni in più, con un aumento del 5,3%, arrivando ad un totale di 3,161 milioni di posizioni aperte alla fine del 2019.
I rendimenti dei fondi negoziali
I rendimenti dei fondi pensione complementare, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, hanno visto un incremento nell’ultimo anno, che conferma il trend positivo degli ultimi 10 anni.
Dal 2010 a 2019, il rendimento medio annuo composto è infatti risultato pari al 3,6% a fronte di una rivalutazione legale del TFR del 2%. Trend che però difficilmente potrà ripetersi negli anni a venire, viso che i fondi d’investimento stanno cominciando a recepire lentamente i tassi d’interesse negativi dei titoli di Stato.
Da qui l’esigenza di coinvolgere maggiormente i dipendenti pubblici. Essi rappresentano infatti un bacino d’utenza enorme, in grado di compensare i rallentamenti di crescita e le minori adesioni del settore privato.