Gli statali che sono andati in pensione o ci stanno per andare rischiano di vedersi bloccato l’anticipo della liquidazione del TFS. Lo sblocco dell’anticipo del trattamento di fine servizio, così come era stato disciplinato nel decreto che istituiva “quota 100” e il “reddito di cittadinanza”, potrebbe infatti tardare ad arrivare per via della crisi di governo in atto. E c’è addirittura chi pensa che la misura possa non vedere la luce nei tempi e nei modi previsti.
Nel decretone che aveva regolamentato l’uscita anticipata dal lavoro con “quota 100”, l’esecutivo appena dimessosi aveva previsto per i dipendenti pubblici la possibilità di ottenere in tempi più brevi, rispetto quelli ordinari previsti dalla legge, un anticipo del TFS fino a 45 mila euro.
TFS anticipato, 170 mila statali interessati
Interessati sono circa 170.000 dipendenti pubblici usciti o che stanno per uscire dal servizio quest’anno per i quali sono stati stanziati 75 milioni di euro da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze da destinare all’Inps per gestire gli anticipi del TFS per l’ammortamento degli interessi bancari. Tali fondi necessitano però di una relazione tecnica per disciplinare le modalità di utilizzo, dopo di che servirà il parere del Consiglio di Stato e quello della Corte dei Conti sotto il profilo della legittimità.
Tempi lunghi per ottenere l’anticipo
Ma i tempi per ottenere l’anticipo del TFS potrebbero comunque allungarsi anche dopo che sono stati superati tutti gli ostacoli burocratici e i passaggi delle autority. Il decreto prevede infatti che tra la data di presentazione della domanda di rilascio della certificazione all’ente erogatore del TFS e la data di accredito dell’anticipazione debbano intercorrere non più di 75 giorni, cui vanno aggiunti i tempi (non comprimibili, né preventivabili) di presentazione da parte dell’interessato della domanda di anticipazione TFS all’istituto di credito prescelto e i tempi di istruttoria interna da parte della banca.
I benefici sull’Irpef
L’anticipazione effettuata dalla banca costituisce un contratto di finanziamento, nel quale la restituzione delle somme viene effettuata, secondo la disciplina della cessione di credito, direttamente dall’ente erogatore del TFS mediante il versamento all’istituto di credito (anziché al pensionando/pensionato) della quota di TFS oggetto di anticipazione. L’anticipazione disciplinata dal decreto si aggiunge alla riduzione dell’aliquota Irpef applicabile alle somme percepite a titolo di TFS fino a 50.000 euro e già prevista per tutti i pensionati dal decreto legge ‘quota 100’.