Un altro pezzo importante di TIM viene ceduto, stiamo parlando del colosso Inwit, una delle più grandi aziende italiane quotate in Borsa. Le sue azioni sono state ora cedute al fondo di investimento francese Ardian per un valore di 250 milioni di euro. Dopo aver quindi ceduto le sue reti al fondo statunitense KKR, ora TIM lascia andar via un’altra importante sua costola.
La priorità è incassare
Sembra ormai chiaro che per TIM la priorità oggi sia soprattutto incassare e lo sta facendo con scelte senza dubbio oculate e ben ponderate.
L’operazione prevede quindi la cessione da parte di TIM delle sue partecipazioni all’interno della holding Daphne3, che controlla le azioni della società di tecnologie wireless Inwit. Le azioni in questione saranno devolute al fondo di investimento francese Ardian per un totale di 250 milioni di dollari. Ogni quota è stata infatti valutata 10,43 euro. Anche i sindacati hanno espresso il loro parere sull’operazione in questione: “Auspichiamo che tutte queste movimentazioni che continuano a ruotare diano una vera prospettiva di rilancio anche per i lavoratori. Un bel segnale sarebbe il superamento degli ammortizzatori sociali che ormai da troppo tempo sono presenti in questo gruppo”, queste le parole del segretario generale della Uilcom Salvo Ugliarolo.
TIN cede anche Inwit
La cessione è stata annunciata il 13 agosto e la borsa non ha risposto però in maniera positiva, visto che TIM ha perso l’1,2% per il suo titolo.
Nel 2023 aveva chiuso con un ricavo di ben 960 miliardi di euro, +12% rispetto all’anno precedente. Davvero niente male. Ricapitolando, ora, Vodafone detiene le medesime quote di prima, mentre TIM, avendo ceduto Daphne3 che controllava la partecipazione di Inwitt, lascia la sua parte nelle mani dei francesi. Diversi altri fondi di investimento si dividono poi il restante del capitale.
I punti più importanti…
- TIM dice addio alla sua partecipazione in Inwit;
- ceduta la sua quota al fondo di investimento francese Ardian;
- il costo della maxi operazione è di 250 milioni di euro che vanno nelle casse dell’operatore telefonico.