Titoli di stato fuori dall’ISEE, a che punto siamo? Qualcosa si muove

La riforma ISEE promette titoli di Stato fuori dall'ISEE, semplificando l'accesso alle agevolazioni sociali. A che punto siamo?
1 mese fa
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ISEE
Foto © Investireoggi

Nelle ultime settimane, un passo significativo verso la semplificazione del calcolo dell’ISEE ha acceso le speranze di numerose famiglie italiane. La possibilità di escludere titoli di Stato e altri risparmi fino a 50.000 euro dal calcolo dell’indicatore economico familiare sembra più vicina grazie al recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate (AdE), pubblicato il 28 ottobre scorso.

Tuttavia, nonostante l’apparente progresso, il quadro normativo è ancora incompleto e, fino a un intervento definitivo, la tanto attesa riforma rimane bloccata.

Titoli di Stato fuori dall’ISEE: un iter lungo e tortuoso

La norma che prevede l’esclusione di specifici strumenti finanziari dall’ISEE è stata approvata con la Legge di Bilancio 2024.

L’obiettivo era introdurre una modifica significativa già dal 2024, alleggerendo il peso del calcolo ISEE per coloro che detengono piccoli risparmi. La legge stabilisce che prodotti come Bot, Ctz, Btp, Cct, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio non sarebbero stati considerati nell’indicatore economico familiare, a condizione che il loro complessivo non superasse i 50.000 euro.

Nonostante l’approvazione formale, il percorso per l’attuazione pratica della norma si è arenato. La mancanza di un decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha impedito l’applicazione della legge, costringendo i CAF e gli intermediari a continuare ad includere questi risparmi nel calcolo ISEE, come avveniva in passato.

Il segnale dell’Agenzia delle Entrate: un primo passo concreto?

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 398752 rappresenta un’importante novità, ma non segna ancora l’adozione definitiva della riforma. Si tratta di un documento tecnico rivolto agli operatori finanziari (banche, poste, ecc.) che fornisce istruzioni sulla comunicazione all’Anagrafe tributaria dei dati relativi ai risparmi sotto la soglia dei 50.000 euro.

In sostanza, le banche e Poste Italiane devono trasmettere queste informazioni per consentire, in futuro, la corretta esclusione di tali somme dal calcolo dell’ISEE.

Questo passaggio tecnico non ha ancora valore pratico per le famiglie, ma è un segnale che il processo sta entrando nel vivo. Se tutto procederà come previsto, dal 2025 le ISEE precompilate potrebbero finalmente riflettere il nuovo criterio di esclusione, garantendo un impatto tangibile per i cittadini. Di conseguenze ci sarebbe possibilità di non inserire i titoli di Stato negli ISEE ordinari.

Quali titoli di Stato vanno fuori dall’ISEE

Se questa modifica sarà effettivamente implementata, si apriranno nuovi scenari per molte famiglie italiane. La riforma mira a rendere più accessibili alcune prestazioni sociali e agevolazioni economiche a chi impedisce risparmi, evitando che questi ultimi influiscano negativamente sull’indicatore economico.

Tra i risparmi esclusi dal calcolo ISEE, troviamo strumenti finanziari comunemente utilizzati per accumulare piccole somme, spesso scelti per la loro sicurezza e integrità:

  • buoni del Tesoro Poliennali (Btp): ideali per investimenti a medio-lungo termine;
  • certificati di Credito del Tesoro (Cct): titoli con rendimento legato ai tassi variabili;
  • buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio: strumenti particolarmente diffusi tra le famiglie italiane per la loro semplicità e assenza di rischi.

Con la nuova normativa, queste somme non farebbero più “cumulo” ai fini ISEE, fino al limite stabilito, garantendo maggiore equità nel sistema.

Benefici attesi per le famiglie italiane

L’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo ISEE potrebbe tradursi in un accesso più ampio e inclusivo a servizi come:

  • Assegno unico universale;
  • Borse da studio;
  • Riduzioni delle tasse universitarie;
  • Agevolazioni per servizi socio-sanitari;
  • Ecc.

Molte famiglie, pur disponendo di piccoli risparmi, potrebbero risultare più vicine alla soglia di accesso per queste agevolazioni, beneficiando di un sostegno economico maggiore rispetto a quanto accade attualmente.

La tempistica per i titoli di Stato fuori dall’ISEE: cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Nonostante i progressi, è importante sottolineare che il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate non è un decreto attuativo e, di conseguenza, non rende immediatamente applicabile la nuova norma.

Il passaggio cruciale resta l’emanazione di un decreto ministeriale che definisca le modalità operative per l’attuazione della riforma. Fino ad allora, le regole per il calcolo dell’ISEE resteranno invariate.

L’orizzonte temporale ipotizzato per l’applicazione pratica della nuova normativa è gennaio 2025. Questo margine di tempo consentirà di completare il flusso di comunicazione dei dati da parte degli istituti finanziari all’Anagrafe tributaria, garantendo la correttezza delle informazioni nei modelli ISEE precompilati e ordinari.

Riassumendo…

  • Legge bilancio 2024: esclusione titoli di Stato fino 50.000 euro dall’ISEE.
  • Provvedimento AdE 2024: istruzioni tecniche per comunicare risparmi all’Anagrafe tributaria.
  • Attuazione prevista 2025: nuovo calcolo ISEE dipende dal decreto ministeriale ancora mancante.
  • Esclusione risparmi: buoni, titoli, libretti non conteranno nel calcolo dell’ISEE sotto soglia.
  • Benefici attesi: maggiore accessibilità a assegni, borse di studio e servizi socio-sanitari.
  • Iter incompleto: serve il decreto MEF per applicare concretamente la riforma ISEE.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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