Venerdì sera, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto il suo giudizio sui titoli di stato francesi. L’appuntamento era temuto a Parigi, perché da alcuni mesi a questa parte la credibilità del suo debito sovrano è messa in discussione sia dai mercati che dalle stesse agenzie di valutazione. E le paure non si sono dimostrate infondate: l’outlook, vale a dire le prospettive, è stato rivisto al ribasso da “stabile” a “negativo”. Il rating è stato mantenuto invariato ad AA-, quarto giudizio più elevato della sua scala di valutazione.
In dubbio deficit sotto 3%
Secondo Fitch, i titoli francesi rimangono fondamentalmente solidi, ma le prospettive fiscali appaiono deteriorate rispetto alla precedente valutazione. Il deficit per quest’anno salirà al 6,1% del Pil dal 5,1% stimato dal governo nei mesi scorsi. La Francia non sarebbe neanche in grado di centrare l’obiettivo di un deficit sotto il 3% entro il 2029, già rinviato di due anni dall’attuale governo. Inoltre, il debito salirà al 118,5% al 2029 e già nel 2026 sarà al 116,3%.
Per l’agenzia la situazione politica starebbe compromettendo il consolidamento fiscale, tra l’altro privando il governo del primo ministro Michel Barnier di una maggioranza nell’Assemblea Nazionale. Essa teme che, in cambio dell’approvazione della legge di Bilancio, l’esecutivo debba fare qualche concessione alle opposizioni. Tra i punti di forza, invece, la revisione al rialzo delle prospettive di crescita per il Pil francese. Quest’anno crescerebbe dell’1,2%, più dello 0,8% precedentemente stimato. Giochi Olimpici ed esportazioni nette starebbero contribuendo alla maggiore crescita.
Spread BTp-Oat a 50 punti
Cosa significa il taglio dell’outlook per i titoli francesi? Il rendimento decennale viaggiava all’apertura delle negoziazioni oggi al 3,04%, sostanzialmente invariato. I BTp a 10 anni offrivano esattamente lo 0,50% in più. Le distanze tra Roma e Parigi si stanno assottigliando sempre più.
In effetti, il taglio dell’outlook porta solitamente al declassamento del rating entro i mesi successivi. Non è nulla di automatico. In teoria, alla prossima revisione Fitch potrà anche migliorare le prospettive sui titoli francesi. Tutto dipenderà dalla risposta che governo e mercati avranno nelle prossime settimane. La legge di Bilancio dovrebbe quasi certamente essere approvata, anche perché la Costituzione francese prevede all’art.49.3 la possibilità per il governo di far passare i provvedimenti senza il consenso dell’Assemblea. Tuttavia, ciò indurrebbe le opposizioni a presentare una o più mozioni di sfiducia con elevate probabilità di essere approvate e provocare la caduta dell’esecutivo.
Titoli francesi ora nel mirino di Moody’s
Un timore che la stessa Fitch ha messo nero su bianco. Il problema principale qui per i titoli francesi è che non c’è la possibilità di gestire con mano ferma la situazione dei conti pubblici. Dopo le elezioni anticipate di giugno/luglio, nessun blocco politico possiede la maggioranza. Già prima che ciò accadesse sia Fitch che S&P avevano declassato la Francia. Resta Moody’s, che si esprimerà a giorni e il cui giudizio Aa2 ancora risulta il più elevato tra le principali agenzie internazionali. Un “downgrade” appare probabile, specie alla luce del deterioramento fiscale di questi mesi riconosciuto dallo stesso Barnier, che ha definito il debito “colossale”.