Sono passati quasi due mesi dall’annuncio a sorpresa del lancio di un’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) avente ad oggetto le azioni Mediobanca. E il titolo Monte Paschi guadagna da allora il 7,7% e porta la capitalizzazione dell’istituto senese ai 9,46 miliardi di euro di ieri a fine seduta. Piazzetta Cuccia ha fatto nel frattempo ancora meglio, registrando un balzo del 15,6% e pari a quasi +1,9 miliardi. Ai prezzi attuali, il rapporto tra i due titoli è di 2,33. L’OPS di gennaio prevede 2,30 azioni MPS per ogni 1 azione Mediobanca portata in adesione. Ciò implica che la borsa segnali ancora un piccolo sconto dell’1,4% rispetto all’offerta di Rocca Salimbeni.
Sconto su OPS Mediobanca quasi azzerato
Subito dopo l’annuncio, il titolo Monte Paschi crollò fino a un minimo di 6,17 euro, mentre Mediobanca salì. A febbraio, lo sconto rispetto all’OPS arrivò a valere il 15%. Un trend che renderebbe più agevole il raggiungimento dell’obiettivo di Siena. Come sappiamo, nell’azionariato di Mediobanca ci sono i soci Francesco Gaetano Caltagirone (10,17%) e Delfin (20,12%) della famiglia Del Vecchio, gli stessi presenti in Monte Paschi rispettivamente al 5,026% e al 9,78%, nonché in Generali al 6,92% e 9,93%. Dunque, esiste una grossa base da cui partire per sperare di portare a casa il risultato.
Nella vicenda s’inserisce Unicredit, che con il CEO Andrea Orcel ha a sua volta lanciato una OPS su Banco BPM, anch’esso nel capitale di Siena con il 5%. E ha altresì acquisito direttamente il 4,18% di Generali con l’obiettivo esplicito di fungere da ago della bilancia all’assemblea degli azionisti convocata per il 24 aprile.
A quel punto, il suo voto potrebbe rivelarsi determinante per confermare il quarto mandato consecutivo per il CEO Philippe Donnet o per negarglielo. Nel primo caso, voterebbe insieme a Mediobanca, mentre nel secondo verosimilmente con Assogestioni o i due soci di cui sopra.
Non è chiaro se l’ingresso in Generali sia solamente tattico, cioè finalizzato ad accrescere il potere negoziale verso il governo ed evitare che questi usi la “golden power” su Banco BPM, oppure strategico. In questo secondo caso, si tratterebbe di una “exit strategy” per l’eventualità che il futuro governo tedesco di Friedrich Merz neghi a Piazza Gae Aulenti di scalare Commerzbank. Nei giorni scorsi è arrivata l’autorizzazione della Banca Centrale Europea a salire fino al 29,9% del capitale della tedesca.
Titolo Monte Paschi fa felice il Tesoro
Tornando al titolo Monte Paschi, l’attuale capitalizzazione fa salire sopra il miliardo di euro il valore in mano al Tesoro. Esso dispone ancora dell’11,76% dopo avere venduto in meno di un anno tre quote per un complessivo circa 52,5% del capitale. L’OPS su Mediobanca consentirebbe alla banca toscana di controllare quello che un tempo era definito “il salotto buono della finanza tricolore” e indirettamente Generali. In questo modo, il Tesoro sventerebbe la nascita della joint venture con la francese Natixis per la gestione congiunta di 1.900 miliardi di risparmi.
E Caltagirone-Del Vecchio riuscirebbero dopo anni di tentativi infruttuosi a scalzare Mediobanca di Alberto Nagel dal controllo.