“È una buona notizia perché un’operazione del genere a livello nazionale avrebbe danneggiato l’intera economia italiana”, questo è quanto dichiarato da Gianmaria Feleppa, fondatrice di UCapital24, in una recente intervista pubblicata su “businessinsider”, la quale prosegue: “la nuova versione della Tobin Tax (sia allo 0,4% che allo 0,04%) avrebbe rischiato di cancellare il mercato dei Cfd in Italia poiché calcolata in misura percentuale sul valore nozionale di tutti i contratti e di conseguenza altamente penalizzante anche per i contratti derivati conclusi da imprese manifatturiere a copertura dei rischi di cambio e variazione dei prezzi delle materie prime da loro utilizzate”.
Tobin tax: cosa è?
La tobin tax è, sostanzialmente, un’imposta sulle transazioni finanziarie, che si applica ai trasferimenti di proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi (comma 491 e di seguito per semplicità , anche, operazioni su azioni), alle operazioni su strumenti finanziari derivati e altri valori mobiliari (comma 492 e di seguito per semplicità, anche, operazioni in derivati) e, infine, alle operazioni “ad alta frequenza” (comma 495 e di seguito, per semplicità, anche, operazioni ad alta frequenza).
Tobin tax: risultati pessimi
Stando alle parole di Feleppa la Tobin tax ha portato a risultati controproducenti, “le transazioni sono calate di oltre 500 miliardi è l’incasso per lo Stato si è fermato a due miliardi contro i tre attesi. Questo emendamento avrebbe ottenuto risultati ancora più deboli. Ma è incredibile come la politica sembri non sapere che oggi molte aziende, anche tra le Pmi che formano l’ossatura del nostro Paese, si siano strutturate proprio per proteggersi dai rischi cambio attraverso strumenti sempre più complessi come i cfd. Tassarli ulteriormente avrebbe voluto dire comprimere ancora i loro margini”.
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