Come già sappiamo, a partire dal secondo semestre del 2021, quindi dal 1° luglio, la tanto discussa misura del bonus Cashback è stata sospesa.
Il Cashback, secondo fonti del governo, rischiava di accentuare le disuguaglianze favorendo le famiglie più ricche. Come se non bastasse, stava troppo a fronte di benefici incerti. Ma non è tutto perduto.
In effetti, non si è mai parlato di un addio definitivo, ma di una semplice sospensione.
Lo stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha chiarito che “l’introduzione del cashback ha avuto anche degli effetti positivi sull’incremento di operazioni con Pos”.
Bonus Cashback, i motivi della sua sospensione
I motivi della sospensione della misura, in parte, sono già stati chiariti in apertura.
Il cashback, secondo quanto è stato spiegato da fonti di Palazzo Chigi, “ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori”.
I maggiori utilizzatori del bonus, durante il primo semestre del 2021, sono stati gli abitanti del nord Italia, residenti in grandi città e con un reddito medio-alto.
La misura, dunque, rischia di accentuare le disuguaglianze favorendo le famiglie più ricche.
Ecco le modifiche che il governo potrebbe presto apportare
Il bonus Cashback potrebbe tornare già dal 1° gennaio del 2022, ma in una veste decisamente più magra.
Secondo le ultime indiscrezioni, si vorrebbe introdurre una sorta di soglia reddituale, in modo da incentivare solamente i cittadini meno abbienti. In questo modo, si darebbe anche un taglio netto alle risorse necessarie per finanziare la misura: circa 500 milioni di euro l’anno, cifra notevolmente più bassa rispetto a quanto era stato originariamente stanziato dall’ex governo a guida Giuseppe Conte.
Ad ogni modo, lo ribadiamo, allo stato attuale si tratta solamente di semplici indiscrezioni.